Parliamo di energia. L'energia la consumiamo per riscaldarci o per muoverci con veicoli - ovvio. Ma ne consumiamo tantissima anche per altre nostre azioni quotidiane. Per fare arrivare una caloria sulla nostra tavola nella moderna società dei consumi ne servono perlomeno 10. La cosa straordinaria è che solo 3 sono consumate per la produzione agricola propriamente detta. Le restanti 7 sono utilizzate per le lavorazioni e le trasformazioni post raccolta, per il packaging e soprattutto per il trasporto.

 

Uno studio dell'Università dello Iowa calcolò che per raggiungere la tavola degli americani un prodotto alimentare qualsiasi percorreva mediamente 2.415 km. Una cifra che potrebbe parere esagerata: ma non lo è.

 

Se bevete del succo di arancia al mattino sappiate che il 95% del succo consumato in Italia (e nel Mondo) è prodotto in Brasile, in particolare nello stato di San Paolo. Quel succo, in forma di blocchi congelati, raggiunge dal Brasile i porti atlantici europei (Rotterdam, Anversa, etc…) e viene poi trasportato in fabbriche generalmente ubicate nel centro del continente (Olanda, Germania). Da qui prederà la via delle centrali logistiche per poi esser ridistribuito al punto vendita finale. A conti fatti quel succo di arancia ha viaggiato per oltre 10mila km.

 

La stessa cosa (anzi, qualche chilometro in più) per la soia che arriva nell'Unione Europea per alimentare gli animali delle nostre stalle. Come noto l'Ue (e l'Italia) importa - da Paesi come Usa, Brasile e Paraguay - oltre il 90% delle proteine vegetali che servono per l'alimentazione animale. Qualcuno a Bruxelles, visti i venti di guerra e la nuova tendenza a raggiungere una nuova sovranità alimentare nell'Ue, si sta finalmente ponendo il problema. E a giusto avviso.

 

In uno studio pubblicato su Nature da ricercatori degli enti francesi Inrae e AgroPArisTech è stata valutata la possibilità di tornare a produrre proteine vegetali nell'Ue. Lo studio riporta che per avere la totale autosufficienza, la superficie coltivata a soia dovrebbe aumentare di 5-6 volte. Da notare che negli ultimi 12 anni la superficie a soia nell'Ue è già quadruplicata, passando da 1,2 a circa 5 milioni di ettari. Il risparmio energetico - e anche in termini di CO2 e di altri inquinanti prodotti - sarebbe impressionante. E al risparmio energetico, secondo i ricercatori francesi, si assommerebbe anche una diminuzione dell'uso di concimi azotati: dal 4 al 17%.

Anche questa è "green economy"