"Non c'è agricoltura senza genetica", così Luigi Cattivelli, direttore del Centro di Ricerca di Genomica e Bioinformatica del Crea, durante l'evento che, in apertura di Fieragricola 2022, ha celebrato i sessanta anni della Pac, la Politica Agricola Comune. Si è parlato molto di innovazione e nuove tecnologie durante il convegno "Quali sfide per la Pac? La vision al 2050", che si è tenuto a Verona il giorno prima dell'apertura della Fiera che quest'anno ha spento 115 candeline.


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Le New Breeding Technique (Nbt), anche chiamate Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, saranno fondamentali, secondo Cattivelli per vincere le sfide poste dal cambiamento climatico e per rispondere alle richieste che arrivano da Bruxelles, tramite le Strategie Farm to Fork e Biodiversità.

Concorde anche un altro ospite della giornata, Paolo De Castro, europarlamentare: "Possiamo recuperare molta competitività e autosufficienza con l'innovazione genetica, non Ogm. Le nuove Tecniche di Evoluzione Assistita - ha detto De Castro - che non mischiano geni di specie diverse ma esaltano le caratteristiche che noi vogliamo, ci permettono di ridurre la chimica". Da un lato la genomica, dall'altro, a disposizione degli agricoltori, ci sono le innovazioni tecnologiche che vanno nella direzione dell'agricoltura di precisione e i biostimolanti, che aiutano le piante a resistere agli stress abiotici.



A proposito delle Nbt, Luigi Cattivelli ha detto al nostro microfono: "Si tratta di tecnologie che si basano sulla conoscenza profonda dei geni delle piante. Usano queste informazioni e vanno a modificare in modo puntiforme un gene, in maniera indistinguibile dagli eventi di mutazione naturale. La mutazione guidata dalle tecnologie non è però casuale, è mirata in un punto preciso, conosciuto a priori. Non si introduce quindi alcun Dna nuovo all'interno della pianta".

E l'Italia da tempo sta facendo ricerca sul tema, in laboratorio. "C'è un grande progetto che sviluppa queste tecnologie in laboratorio, abbiamo costruito un knowhow consolidato e abbiamo diversi prodotti che sarebbero praticamente pronti per essere testati in campo ma ci sono limiti normativi. In laboratorio abbiamo piante di pomodoro che bloccano lo sviluppo delle orobanche, abbiamo fruttiferi resistenti, abbiamo piante di frumento resistenti alle ruggini".


 

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Ha parlato di innovazione, da un altro punto di vista, anche Giovanni Esposito, direttore Innovazione di Argo Tractors che ha tracciato la direzione verso la quale stanno andando le macchine. "Abbiamo lavorato tantissimo sull'impatto ambientale - ha detto - sia per quanto riguarda le lavorazioni dei terreni sia per quanto riguarda le emissioni. Oggi un nostro trattore emette cento volte meno rispetto a quello che emetteva nell'anno 2000. C'è poi l'agricoltura di precisione che evolve in agricoltura 4.0. Con le mappe e le connessioni differenziamo punto a punto concimi e trattamenti in campo".

E a proposito di precisione, a parlare di gestione dell'acqua efficiente e precisa è stato Philippe Lejeune, chief Commercial Officer di Irritec. "Noi facciamo microirrigazione - ha detto - il goccia a goccia è di per sé efficiente. Ottimizziamo i costi e aumentiamo la superficie irrigabile. Si irriga solo dove serve e quando serve, portando contemporaneamente sostanze nutritive. Tutte le attrezzature poi possono essere monitorate a distanza, ma queste non dialogano e a loro non arrivano tutte le informazioni per prendere delle decisioni, ci stiamo impegnando su questo e siamo pronti per farlo".

Per resistere e reagire agli stress abiotici, un ruolo importante lo avranno i biostimolanti, ha sottolineato Marco Rosso, Global Corporate Affairs director di Valagro che ha poi voluto spronare la legislazione a tenere il passo con la ricerca e l'evoluzione tecnologica. "Se chiediamo agli agricoltori - ha detto Rosso - di adeguarsi alla Farm to Fork, dall'altro lato dovremmo garantire loro tecnologie immediatamente disponibili. Faccio un esempio, ci sono tecnologie che servono per la difesa, tecnologie di biocontrollo, in Europa hanno un tempo di registrazione che va dai sette ai dieci anni, negli Usa servono due anni. Serve un cambio culturale, le tecnologie ci sono ma per un'Europa competitiva occorre che la legislazione tenga il passo".


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