Un sistema agroalimentare che ha dato prova di resistere alla pandemia covid-19, ancora in corso, e una riforma della Politica Agricola Comune (Pac) che entrerà in vigore fra meno di un anno e che, per il commissario europeo all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, dovrà rispondere ad alcuni obiettivi ed essere equa, flessibile, trasparente, in grado di rispondere alle esigenze dei diversi Stati membri.


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L'Europa, anche in risposta alle esigenze dei cittadini e della società, ha delineato una Pac finalizzata a "un'agricoltura più verde, ma non per questo meno efficiente", spiega il commissario Janusz Wojciechowski intervenendo alla presentazione dell'Outlook "Agricoltura 2031", che ha avuto luogo poco prima di Natale.
L'occasione per il commissario, intervenuto all'apertura di una due giorni di lavori con istituzioni, esperti, analisti, agricoltori, è quella di ribadire i punti chiave della riforma della Pac, della quale "la Commissione è soddisfatta per il compromesso politico raggiunto".
"Per adeguare l'agricoltura al 2030 - esordisce Wojciechowski - la nuova Politica Agricola Comune deve essere più equa, più verde e più efficace".


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Una politica equa per tutti gli agricoltori, così da non lasciare indietro nessuno. E il riferimento è, in particolare, alle piccole e medie aziende agricole a conduzione familiare, anche perché negli ultimi anni la corsa all'efficienza e all'economia di scala ha penalizzato le realtà più piccole, "quasi completamente estromesse dalla concorrenza".
Ecco che "una politica agricola equa consiste nell'invertire il declino delle piccole e medie aziende a conduzione familiare e consentire loro di riavviare la produzione e rientrare nel mercato". E azioni specifiche per il benessere animale e per l'agricoltura biologica possono consentire lo sviluppo di modelli sostenibili economicamente anche in caso di imprese di dimensioni limitate, così come con gli strumenti della nuova Pac, dai pagamenti ridistributivi agli ecoschemi.

Un approccio flessibile è dunque la soluzione per rispondere alle esigenze delle imprese agricole europee, secondo equità e in modo trasparente, altro elemento chiave sul quale il commissario Ue si è soffermato, con riferimento ai Piani Strategici Nazionali, che l'Europa si concentrerà a valutare anche sul piano della "trasparenza dei criteri di distribuzione dei fondi" e per evitare "qualsiasi conflitto di interessi nella loro distribuzione". Soprattutto, la Commissione Agricoltura terrà conto delle differenze fra gli Stati membri nella valutazione dei Piani Strategici Nazionali anche dal punto di vista del livello delle emissioni di gas serra, l'uso di agrofarmaci, fertilizzanti chimici e antibiotici, nonché lo sviluppo dell'agricoltura biologica.


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E se l'opinione pubblica chiede giustamente che la Pac sia anche più verde, sarà inevitabile il confronto con le politiche ambientali e climatiche. Aspetti sui quali si era espresso in un incontro con gli agricoltori anche l'allora pontefice Giovanni Paolo II, il quale aveva raccomandato di "non cedere alla tentazione di aumentare la produttività e il profitto a scapito della natura… quando l'uomo dimentica questo principio... prima o poi la natura si ribellerà ad essa".

La Commissione punta sull'agricoltura sostenibile, l'agroecologia, sulle pratiche che conservano il suolo, limitano le emissioni di CO2 e migliorano la gestione dell'acqua, ma si impegna allo stesso tempo a vigilare sui timori che l'architettura verde della Pac comporti una diminuzione della produzione, minacciando la sicurezza alimentare.
La sostenibilità, per il commissario Ue all'Agricoltura, dovrà farsi carico della rivoluzione verde, ma anche di riconoscere una giusta redditività alle imprese. "La Commissione fornirà finanziamenti e strumenti per l'agricoltura al carbonio e l'agricoltura di precisione" ricorda Wojciechowski. "Ciò può aumentare la produzione agricola, riducendo al tempo stesso le emissioni nocive e rendendo più razionale il consumo degli input, traducendosi in una maggiore efficienza complessiva".

La Pac, con la sua dote finanziaria di 387 miliardi di euro, dovrà essere in futuro "più efficace, basata sulle prestazioni e focalizzata sui risultati", che per il commissario devono declinarsi in "risultati economici, sotto forma di un reddito dignitoso per gli agricoltori; risultati ambientali, sotto forma di maggiori benefici per il nostro clima, le risorse naturali e la biodiversità; risultati per la società, sotto forma di contributo allo sviluppo sostenibile delle aree rurali".

Il pacchetto di opportunità per gli agricoltori sarà gestito in parte a livello nazionale, riconoscendo così autonomia agli Stati membri, in modo da fronteggiare situazioni differenti per clima, territorio, geomorfologia, ambiente.
"Spetterà agli Stati membri decidere quali agricoltori avranno diritto ai pagamenti e come ridistribuire almeno il 10% dei pagamenti alle piccole e medie aziende agricole, così come spetterà agli Stati membri decidere quali ecoregimi optare e quali programmi e interventi saranno proposti nell'ambito del Secondo Pilastro".
L'obiettivo di una Pac "più equa, più ecologica ed efficace, per i nostri agricoltori e i nostri cittadini, è saldamente alla nostra portata", rimarca Wojciechowski.