Con cinque progetti finanziati - di cui tre come coordinatore e due come partner - l'Università di Pisa si colloca tra gli enti più finanziati delle prime due edizioni del 'Programma Prima', la partnership promossa dall'Unione europea per l'innovazione del settore idrico e agroalimentare nel Mediterraneo a cui partecipano diciannove paesi.

L'obiettivo del Programma Prima è quello di produrre conoscenza e soluzioni innovative per la gestione delle risorse idriche, l'agricoltura sostenibile, il cibo e la filiera alimentare nell'area mediterranea.

I diciannove paesi che partecipano al progetto sono Cipro, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Malta, Portogallo, Slovenia, Spagna e Algeria, Egitto, Giordania, Israele, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia e ovviamente l'Italia.

E l'Italia vanta cinque progetti finanziati all'Università di Pisa, in particolare del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali e del dipartimento di Scienze veterinarie e di tre di questi cinque progetti l'ateneo pisano è anche capofila, per un totale di 1,5 milioni di euro.

Il primo progetto di cui l'Università di Pisa è capofila è Simtap - Self-sufficient integrated multi-trophic aquaponic systems for improving food production sustainability and brackish water use and recycling - coordinato dai professori Alberto Pardossi del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali e Carlo Bibbiani del dipartimento di Scienze veterinarie, che come dice il nome inglese si occuperà di sistemi di acquaponica per aumentare la sostenibilità della produzione di cibo e l'uso e il riciclo delle acque salmastre.

Il progetto, che ha ottenuto un finanziamento di circa 953mila euro (di cui circa 280mila euro all'Università di Pisa), vede come partecipanti l'Italia, la Francia, la Germania, la Turchia e Malta. Il suo scopo è produrre pesci e piante alimentari di acqua salmastra, dove i pesci saranno alimentati con mangime prodotto da alghe, vermi e molluschi, in sostituzione parziale o totale di materie prime quali le farine, gli oli di pesce e le proteine vegetali.

Il secondo progetto è Figgen - Valorising the diversity of the fig tree, an ancient fruit crop for sustainable Mediterranean agriculture - coordinato dal professor Tommaso Giordani del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali, che si occuperà della produzione sostenibile del fico nel Mediterraneo, a cui partecipano anche Spagna Turchia e Tunisia e e che è stato finanziato con circa 1 milione di euro, di cui 378mila destinati all'ateneo pisano.

Il terzo progetto è Fedkito - Fresh food sustainable packaging in the circular economy - coordinato dalla professoressa Barbara Conti del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali. Finanziato con circa 840mila euro (di cui 390mila euro all'Università di Pisa), a cui partecipano anche Grecia, Francia, Marocco e Tunisia. Lo scopo di questo progetto è quello di usare il chitosano, un polimero naturale, aromatizzato con oli essenziali per proteggere frutta, verdura, carne e latticini da attacchi di insetti e funghi e dall'ossidazione degli acidi grassi insaturi prolungando la conservazione dei prodotti alimentari in post-raccolta.

I due progetti in cui l'Università di Pisa è partner sono Halofarms e iGuess-Med.
Halofarms il cui nome completo è Development and optimization of halophyte-based farming systems in salt-affected mediterranean soils, svilupperà e ottimizzerà nuovi sistemi di agricoltura sostenibile per la regione mediterranea basati sull'uso intelligente delle piante alofite, cioè resistenti ad alte concentrazioni di sale, per valorizzare le terre degradate e non sfruttate.

I paesi partecipanti sono Tunisia, Egitto, Spagna, Francia, Portogallo e l'Italia con il gruppo della professoressa Annamaria Ranieri del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali di Pisa che per questo progetto riceverà circa 200mila euro degli 848mila totali.

Il progetto è iGuess-Med - Innovative greenhouse support system in the Mediterranean region: efficient fertigation and pest management through IoT based climate control - ha l'obiettivo di creare un innovativo software a basso costo, fruibile su un qualsiasi smartphone, che permetta di consigliare l'agricoltore sulla gestione del clima in serra, dell'irrigazione, della concimazione e della difesa della coltura, in particolare del pomodoro.

L'Italia partecipa con il gruppo del professor Luca Incrocci del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agroambientali di Pisa con un finanziamento di 233mila euro su un totale di 1,5 milioni insieme a Spagna Tunisia e Turchia.

Questo grande risultato ottenuto dall'ateneo pisano per quanto riguarda la partecipazione a progetti e il reperimento di fondi è anche dovuto all'impegno profuso nel seguire il programma fin dalla fase della sua genesi, partecipando agli incontri preparatori e diffondendo con un anticipo competitivo le informazioni utili ai nostri docenti.

"Con questo stesso spirito di partecipazione e networking proattivo - ha spiegato il professor Lisandro Benedetti-Cecchi, prorettore alla ricerca europea e internazionale - stiamo cercando di essere sempre più presenti come ateneo in diversi tavoli e congressi europei strategici per la ricerca. Non a caso tra le misure di incentivazione attivate è stato aggiunto anche il bando Net4Unipi che mira proprio ad intensificare le attività di rete con l'obiettivo di accrescere la capacità di sviluppare progetti e collaborazioni europee".