In breve

  • Desta preoccupazione il maggior numero di avvistamenti di cinghiali, lupi e altri selvatici e aumentano di conseguenza danni e atti predatori.
  • Molti i settori in difficoltà, fra questi florovivaisti e produttori di mozzarelle che invocano aiuti e chiedono incentivi al consumo dei prodotti made in Italy.
  • Per il vino il 2020 potrebbe chiudersi con una flessione del 25% e si pensa con insistenza alla distillazione per alleggerire il mercato.
  • Bene il mercato del grano grazie al cambiamento dei consumi, che durante il blocco da coronavirus ha visto aumentare la propensione alla pasta fatta in casa.
  • Si moltiplicano le iniziative per andare in soccorso delle attività produttive. Buone notizie da Bruxelles per le risorse destinate alla politica agricola dell'Unione.
  • Gli olivi pugliesi ancora alle prese con la Xylella e quelli dei Colli Euganei devono fare i conti con l'invasione di cavallette.
  • Irrisolto il nodo della carenza di manodopera, ma sempre più italiani si rendono disponibili alla raccolta dei frutti di stagione.

Questi sono solo alcuni degli argomenti incontrati sui quotidiani in edicola in questi ultimi giorni. Vediamoli più in dettaglio di seguito.
 

Più animali selvatici

Complice forse la minore presenza di persone durante la fase di chiusura per l'emergenza sanitaria, che ha favorito per molti selvatici l'abbandono del loro habitat consueto, sono aumentati in questi giorni gli avvistamenti di animali ritenuti pericolosi, come cinghiali e lupi.

La presenza di cinghiali si traduce in un forte danno per le coltivazioni, a causa dell'abitudine di questi animali a scalzare il terreno alla ricerca di cibo.
Danni a volte rimborsati, come accade per quasi quaranta aziende toscane, le cui domande di risarcimento sono state accolte, come si apprende il 23 maggio dal “Giornale di Pistoia”.

Nel Veneto, si legge il 26 maggio sulla “Tribuna di Treviso”, gli allevatori puntano il dito contro le volpi, responsabili di numerose incursioni nei pollai.

Se al Nord ci si preoccupa prevalentemente dei cinghiali, a Sud sono i caprioli a creare danni al mais e alla vite, come scrive “La Stampa” del 23 maggio.
Più temibile la presenza dei lupi nei pressi delle masserie pugliesi, con la razzia di pecore ed asini, situazione denunciata dalla “Gazzetta del Salento” del 24 maggio.

E' un piano che prevede investimenti per 400 milioni di euro quello descritto dal "Giornale di Sicilia" del 28 maggio, finalizzato a ridurre la presenza di cinghiali. Si tratta di un programma triennale che riguarda in particolare il Parco delle Madonie.

In Calabria è stata attuata una robusta politica di riduzione della consistenza dei cinghiali, attraverso l'abbattimento di circa 10mila capi.
Stando a quanto scrive la “Gazzetta del Sud” del 26 maggio, sarebbe tuttavia necessario fare ancora di più per limitare i danni causati da questi selvatici.
 

Fiori e latte

I danni maggiori non sono tuttavia quelli causati dai selvatici, ma dalle conseguenze economiche dell'emergenza sanitaria.
Lo sanno purtroppo bene i florovivaisti e “L'Eco di Bergamo” del 22 maggio ricorda che nella sola provincia orobica i danni per questo settore assommano a circa 30 milioni di euro.
Il quotidiano cremonese “La Provincia” allarga lo sguardo a tutto il florovivaismo lombardo, per il quale l'assessore regionale all'Agricoltura, Fabio Rolfi, chiede fondi nazionali per 800 milioni di euro destinati a coprire i danni che il settore subìto.

Ancora su "La Provincia", del 28 maggio in questo caso, si parla della crisi che ha investito il settore suinicolo, per il quale la Regione Lombardia chiede la convocazione di un "Tavolo" nazionale, dal quale discutere le iniziative da attuare per contrastare la caduta dei prezzi.

Aiuti sarebbero necessari anche ai produttori di mozzarella; lo scrive “La Verità” del 25 maggio per segnalare il crollo della produzione registrato in questo segmento produttivo, al quale ancora non sono stati destinati sostegni economici.

Si preoccupa del latte lombardoItalia Oggi” del 27 maggio, per segnalare che in questo settore si calcolano perdite per circa 1 miliardo di euro.
 

La frenata del vino

Nemmeno il settore del vino sembra indenne alle conseguenze economiche dell'emergenza sanitaria.
Il Giornale” del 27 maggio afferma infatti che anche i grandi produttori sono in affanno e registrano una riduzione dei ricavi di circa il 25%.

Le difficoltà del mondo enologico sono confermate da una breve notizia pubblicata dal “Corriere della Sera”, che fa riferimento alle analisi di Mediobanca, secondo la quale i ricavi del vino sono in calo nel 2020 per circa 2 miliardi di euro.

Anche il quotidiano economico e finanziario “MF” dedica attenzione al comparto del vino, per evidenziare le previsioni poco rosee che riguardano questo settore, dove si guarda alla distillazione per alleggerire il mercato.


Bene solo il grano

In controtendenza rispetto ad altri mercati il grano duro, per il quale si registra una riduzione delle scorte e contemporaneamente un aumento delle quotazioni.

E' quanto si può leggere il 27 maggio sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” e una spiegazione di questa ripresa del mercato del grano la si può trovare sul “Corriere dell'Umbria” dello stesso giorno.
Su questo quotidiano si legge infatti che c'è un deciso aumento della consuetudine a produrre pasta fatta in casa, realizzata rigorosamente solo con grano nazionale.
 

Gli aiuti

Per fronteggiare le diverse situazioni di crisi si moltiplicano le iniziative la cui attuazione deve comunque rispettare taluni vincoli nazionali ed europei.
È dunque accolta con soddisfazione la notizia pubblicata il 22 maggio da “Il Sole 24 Ore” a proposito della via libera concesso dall'Antitrust europeo per gli aiuti regionali alle aziende in difficoltà.

Così dall'Emilia Romagna partono 7 milioni di euro destinati alla ripartenza degli agriturismi di questa regione, argomento del quale si parla il 27 maggio su “Il Resto del Carlino”.
Riaprire le attività, afferma “Il Secolo XIX” del 25 maggio, non è sufficiente e il mondo dell'agricoltura chiede non solo aiuti e sgravi fiscali, ma in particolare incentivi agli acquisti dei prodotti made in Italy.

Da Bruxelles arriva nel frattempo la notizia, confermata da “Italia Oggi” del 26 maggio, che saranno riconfermati i fondi della Politica agricola comunitaria.
Sembra dunque accantonata una loro possibile riduzione, nella quale si parlava da tempo.

Sostegni all'agricoltura sono poi previsti dal decreto legge "rilancio".
Ne parla "Il Sole 24 Ore" del 28 maggio, precisando che per la tutela delle filiere in crisi è prevista una dotazione di 500 milioni di euro.
Per conoscere le modalità di accesso a questi sostegni è tuttavia necessario attendere l'emanazione dei decreti attuativi, previsti entro la prima decade di giugno.
 

Attenti agli insetti

Nel novero degli aiuti destinati al mondo agricolo rientrano anche i 35 milioni di euro destinati al settore olivicolo.
Come spiega “Italia Oggi” del 22 maggio, si tratta di aiuti destinati ai frantoi, che oggi a causa della Xylella si trovano senza prodotto da lavorare.

Per gli olivi del Veneto e in particolare per quelli coltivati sulle pendici dei Colli Euganei, il pericolo non viene dalla Xylella, ma dalle cavallette.
Stando a quanto afferma “Il Mattino di Padova” del 22 maggio, in questa area si verifica un forte aumento di questi insetti, che aggrediscono gli olivi ora in fioritura.

Delle cavallette si occupa poi la “Nuova Sardegna” del 22 maggio, per descrivere le azioni in atto sull'isola per limitarne i danni, come l'anticipo quando possibile di alcuni raccolti.

Nel Lazio sono in stato di allerta i noccioleti e in questo caso, come si apprende dal “Corriere di Rieti” del 25 maggio, il pericolo arriva dalla cimice asiatica.
 

Manodopera introvabile

Fra i molti punti dolenti che riguardano il mondo agricolo, resta non risolto quello della mancanza di manodopera.
Si era tentata una soluzione attraverso la regolarizzazione dei migranti, della quale si è molto discusso nelle settimane scorse.
Come spiega “Il Sole 24 Ore” del 23 maggio, si tratta di un permesso temporaneo di sei mesi che sarà possibile chiedere dal primo giugno.

Torna su questo argomento "Il Sole 24 Ore" del 28 maggio per spiegare quali siano le difficoltà ancora da superare, fra queste l'incertezza sul reale costo di regolarizzazione.
Un ulteriore freno è rappresentato dalla prossima riapertura delle frontiere, che potrebbe consentire il rientro in Italia di romeni e bulgari.

Nel frattempo aumenta il numero dei braccianti italiani, un'occasione di lavoro per quanti a causa dell'emergenza sanitaria si trovano senza occupazione, come segnala il quotidiano veronese “L'Arena” del 26 maggio.

Sullo sfondo resta tuttavia immutato lo scenario di illegalità che nemmeno la sanatoria dei migranti sembra in grado di scalfire e che viene descritto da un ampio servizio pubblicato sul settimanale “Panorama” del 27 maggio.
 

Burocrazia, che passione

E' un articolo in bilico fra satira e denuncia quello pubblicato da “La Discussione” del 27 maggio. Si parla delle nuove regole che disciplinano un prodotto a denominazione di origine: la patata del Fucino.
Il protagonista non è tuttavia questo ottimo tubero, ma il terribile ginepraio normativo scritto in rigido burocratese che si legge sulla Gazzetta Ufficiale, ove sono pubblicate le norme.
Il tutto, come sempre, incomprensibile ai più.
Un mostro, questo della burocrazia, difficile da affrontare.

Torna il buonumore leggendo però l'articolo pubblicato dal “Corriere della Sera” del 25 maggio.
Si raccontano le vicende di una giovane imprenditrice agricola, Sofia Michieli, indomita produttrice di fragole in provincia di Rovigo, che di fronte alla carenza di manodopera non si è persa d'animo ed ha assunto sei baristi che avevano perso il loro lavoro. Brava.

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