Ecco perché gli organizzatori del World Agri-Tech Innovation Summit, l'evento che ogni anno porta a San Francisco, San Paolo e Londra il meglio dell'innovazione AgTech, hanno selezionato quindici startup che hanno la stoffa di rivoluzionare la filiera agroalimentare.
Il World Agri-Tech Innovation Summit (di cui AgroNotizie è partner) sarà una occasione per i quindici team creativi di presentare le proprie idee davanti ad una platea fatta da investitori, grandi aziende, istituzioni pubbliche e private. Un'occasione unica per fare networking e gettare le basi di future collaborazioni. E perché no, magari anche di qualche exit.
Tra le startup selezionate ce ne è anche una italiana, ONO Exponential Farming, che ha sviluppato una tecnologia per automatizzare tutto il processo produttivo in una vertical farm, dalla deposizione del seme nel substrato fino all'impacchettamento del prodotto. Una tecnologia che si può anche applicare ad altre filiere, come quella degli insetti o delle alghe.
L'Italia sta lentamente guadagnando spazio sulla scena internazionale. La scorsa edizione del World Agri-Tech aveva infatti visto salire sul palco la startup Soonapse. Mentre nelle edizioni precedenti del summit il Belpaese non era mai stato rappresentato.
A farla da padrona sulla scena di San Francisco sono, neanche a dirlo, le startup a stelle e strisce. Agragene è una startup che sviluppa prodotti (sementi e agrofarmaci) di origine biologica sfruttando le potenzialità della tecnologia Crispr-Cas9. Agrynex sviluppa invece agrofarmaci a base di enzimi, mentre Phylagen sfrutta i microbi per tracciare l'origine di un prodotto, e non solo. Infine Varigen Biosciences ha sviluppato una tecnologia per biosintetizzare nuovi metaboliti secondari da impiegare per la produzione di agrofarmaci.
Dalla Gran Bretagna arriva MoA Technology, una startup che ha l'ambizione di scoprire la prossima generazione di erbicidi, con nuove modalità di azione. E lo vuole fare attraverso tre piattaforme tecnologiche proprietarie. Nel campo del miglioramento genetico delle colture lavora Phytoform Labs, mentre Stable protegge le aziende alimentari e agricole dal rischio di volatilità dei prezzi delle materie prime. I suoi clienti possono creare una polizza assicurativa che corrisponda strettamente alla propria esposizione al rischio.
È indiana AgNext Technologies, che ha sviluppato una piattaforma per la tracciabilità denominata Qualix, destinata ad aziende e autorità pubbliche. Nel campo della tracciabilità lavora anche la brasiliana AgTrace, che ha realizzato una piattaforma che garantisce trasparenza, affidabilità delle informazioni e riduce i tempi di risposta ai problemi all'interno della catena del valore alimentare.
Da Israele arriva invece Arugga AI Farming, una startup che costruisce robot in grado di svolgere in autonomia diverse operazioni in campo aperto e in serra. La società sta lanciando il suo primo rover per l'impollinazione meccanica dei pomodori coltivati in serra.
Di fertilizzazione a rateo variabile 'on the go' si occupa invece la greca Augmenta, mentre dal Canada arriva Dot Farm Solutions che sviluppa sistemi modulari per l'agricoltura autonoma.
Di automazione e Iot si occupa anche l'australiana Farmbot, che ha sviluppato dei sistemi di monitoraggio e gestione dell'acqua da remoto. Infine la canadese G2V Optics sviluppa soluzioni di illuminazione intelligente da applicare al settore dell'indoor farming e delle colture protette.
In aggiunta alle startup sopra elencate saranno presenti al World Agri-Tech Innovation Summit anche i finalisti del Radicle Challenge by Corteva, una competizione che premia le startup più promettenti, e altre tre early-stage companies scelte per parlare durante l'UK Breakfast Briefing sponsorizzato dal department for International trade della Gran Bretagna.