Agricoltura, cibo e sostenibilità. Si discute sempre più spesso dell'impatto ambientale e sociale di quello che mangiamo. Se ne parla sui giornali, in tv, sui social media. E i consumatori hanno dimostrato di saper valorizzare quelle aziende che nella loro attività produttiva hanno un occhio di riguardo verso l'ambiente e il territorio. Il tema della sostenibilità è onnipresente e a livello europeo i legislatori hanno da tempo orientato le politiche comunitarie verso una sostenibilità delle produzioni.

Gli agricoltori hanno fatto sforzi enormi nel corso degli anni per ridurre l'impatto ambientale del settore primario e offrire al consumatore cibi con standard di qualità e sicurezza elevatissimi. Eppure molto ancora c'è da fare. In quest'ottica di sforzo per creare una filiera agroalimentare sempre più sostenibile le startup hanno un ruolo fondamentale. Mettendo insieme inventiva e innovazione (molto spesso digitale) sono in grado di offrire soluzioni a servizio di tutti gli attori della filiera.

Sono oltre 123mila le startup AgriFood a livello globale censite su Crunchbase, di queste ben 381 perseguono degli obiettivi di sostenibilità in ambito sociale e ambientale. L'Osservatorio Smart AgriFood (iniziativa promossa dalla School of management del Politecnico di Milano e del Laboratorio RISE dell'Università degli studi di Brescia) le ha analizzate per capire le dimensioni del fenomeno e i risultati verranno resi noti durante un convegno che si terrà il 23 gennaio presso il Politecnico di Milano dal titolo 'Coltiva dati. Raccogli valore. La trasformazione digitale dell'agroalimentare'.

Uno dei dati dati emersi è che gli investitori credono nelle startup che puntano sulla sostenibilità. Il 65% delle giovani imprese ha ricevuto infatti in media 2,5 milioni di dollari a livello globale dal 2012 al 2016, per un totale di 604 milioni. Numeri di tutto rispetto, anche se in Italia le cose non vanno così bene: nella penisola il finanziamento complessivo raccolto scende a 1,9 milioni di dollari registrando in media soli 300mila dollari a startup (contro una media in Europa di 3 milioni).

Qualche esempio di startup nostrana che vuole rendere più sostenibile il settore AgriFood? Elaisian ha sviluppato un sistema di coltivazione di precisione degli olivi per ottimizzare le risorse e ridurre i costi, aumentando la produttività e garantendo la qualità dei raccolti. MyFoody è invece un portale online di vendita a prezzo scontato di cibo in prossimità di scadenza o con difetti estetici, recuperato da negozi e supermercati.

Foodscovery è un mercato online che ti permette di ordinare prodotti tipici della gastronomia regionale direttamente dai piccoli produttori locali, mentre Ez Lab usa la tecnologia blockchain per tracciare l'intera filiera di produzione e trasformazione dei prodotti agricoli. Infine GreenRouter misura l'impatto ambientale dei trasporti e ottimizza il parco mezzi per una logistica sempre più green.

Durante la conferenza del 23 gennaio (qui per registrarsi gratuitamente) si parlerà di sostenibilità e startup, ma non solo. L'Osservatorio Smart AgriFood ha infatti come obiettivo quello di studiare l'impatto che l'innovazione digitale ha e potrebbe avere sul sistema agroalimentare italiano. Durante l'evento verranno presentati e discussi i risultati dell'indagine che si è focalizzata su quattro settori: l'agricoltura 4.0, la qualità e la tracciabilità alimentare, il lattiero-caseario 4.0 e ovviamente il mondo delle startup AgriFood.