La prima viene sintetizzata dal nostro organismo a partire dai carotenoidi, molecole presenti in molti vegetali e in particolar modo nelle carote, a cui conferiscono la caratteristica colorazione arancione-violacea. La carenza di vitamina A determina fragilità delle ossa e dei tessuti, inibizione della crescita e problemi alla vista. Nelle forme più lievi le persone che hanno una carenza di vitamina A fanno fatica a vedere di notte o al crepuscolo, mentre nei casi più gravi si arriva alla cecità. La vitamina E ha invece un ruolo importante come antiossidante e nello sviluppo dei tessuti.
Avere dunque una dieta ricca di queste vitamine è necessario per essere in salute. Per questo i ricercatori di Enea, Crea e Università dell'Ohio hanno messo a punto la Golden Potato, una patata che rispetto alle sue sorelle oggi coltivate ha un contenuto dieci volte più elevato di vitamina E e di oltre 200 volte di pro-vitamina A. Sono proprio i carotenoidi a dare una colorazione giallo intenso alla patata.
A sinistra una patata comune a destra la Golden Potato dal colore giallo intenso per il più alto contenuto di betacarotene
(Fonte foto: Enea)
Una porzione di 300 grammi fornisce il 68% della dose giornaliera di vitamina E e l'82% di pro-vitamina A. Chi ha una dieta varia e ricca di frutta e verdura assume già questi micronutrienti, ma per chi ha diete povere o poco varie, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, la Golden Potato può rappresentare la soluzione a molte patologie. In India ad esempio una dieta basata solo sul riso porta ogni anno alla cecità migliaia di persone per una carenza di vitamina A.
Ma come sono riusciti i ricercatori a selezionare questa patata? "Abbiamo preso una varietà di patata dal basso contenuto di carotenoidi e l'abbiamo 'indotta' a produrne di più, inserendo nel Dna i geni del batterio Erwinia", spiega ad AgroNotizie Giovanni Giuliano, coordinatore della ricerca per Enea.
"Abbiamo usato il batterio Erwinia, non patogeno per l'uomo, come fonte dei geni da trasferire, e l'altro (Agrobacterium), come 'taxi' per trasferire i geni nella patata".
La domanda che molti si fanno è: era davvero necessario ricorrere alle biotecnologie? Non era possibile ottenere lo stesso risultato attraverso altre strade? "Abbiamo utilizzato sulle patate un sistema di biofortificazione che impiega tecniche di ingegneria genetica che è, per ora, l'unica opzione percorribile, a differenza del mais e della manioca dove il miglioramento genetico tradizionale funziona", continua Giuliano.
"I batteri, avendo un genoma molto piccolo, fanno le stesse cose delle piante con meno geni. Per far fare il beta-carotene alla patata usando i geni della carota ce ne sarebbero voluti sei, mentre con i geni batterici ce la siamo cavata con tre".
Per ora lo Golden Potato rimane chiusa nei laboratori, visto che non ha ricevuto alcuna autorizzazione alla coltivazione. Senza contare le riserve che molti consumatori in Occidente avrebbero nell'acquistare una patata transgenica. "E' falso che il trasferimento di geni avvenga in natura solo tra specie che si possono incrociare naturalmente. In realtà, il trasferimento di geni avviene anche fra specie molto lontane. L'Agrobatterio inserisce i propri geni nelle piante da milioni di anni: noi sfruttiamo questa sua caratteristica".
Ma quali sono le prospettive della biofortificazione, la creazione cioè di cibi con livelli più elevati di micronutrienti, attraverso il miglioramento genetico? "Per la patata ed il riso, non ci sono fonti di germoplasma in grado di fornire alti livelli di beta-carotene, quindi si è dovuti ricorrere alle metodologie transgeniche. Tramite il miglioramento genetico si possono invece aumentare i livelli di luteina e zeaxantina, due carotenoidi che proteggono il fondo dell'occhio. Un esempio di questo tipo di biofortificazione è la varietà Melrose, sviluppata dal Crea e caratterizzata in collaborazione con noi".
Luteina e zeaxantina sono due carotenoidi che si accumulano nella macula lutea dell'occhio umano e prevengono la degenerazione maculare legata all'età, una delle principali cause di cecità nei paesi sviluppati. La luteina si accumula anche nel cervello umano e migliora le funzioni cognitive di neonati e anziani. Ma, mentre il primo carotenoide si trova solitamente in verdure a foglia verde come gli spinaci, le fonti alimentari di zeaxantina sono più rare.