Chi è abituato a potare le viti in inverno sa bene quanto sia importante osservare la pianta prima di intervenire con un taglio. Ma prima che i vecchi tralci siano rimossi il loro numero e la loro grandezza possono dire molto all'agricoltore sullo stato di salute della pianta. E le informazioni che racchiudono sono preziose per orientare le scelte future.
Così i ricercatori di Fruition sciences hanno dotato un quad (ma va bene qualsiasi mezzo adatto ad entrare in campo) con dei sensori laser. Uno emette un fascio di luce contro le piante prive di foglie, dall'altro lato un sensore riceve il raggio laser e registra le interruzioni. In questo modo è possibile sapere numero e larghezza dei tralci che ostacolano la luce.
I dati raccolti, tutti georeferenziati, vengono poi elaborati dai tecnici dell'azienda che offre all'agricoltore tre mappe. Una che riporta il diametro dei tralci, una il numero di tralci per vite e infine una terza che stima la biomassa prodotta. Se ne ricava un indice di vigore vegetale, riferito alla stagione appena passata, che può indirizzare il viticoltore nelle scelte di potatura e fertilizzazione.
In una viticoltura che punta sempre di più sulla qualità del vino avere viti troppo rigogliose non è un bene. Se fino a trent'anni fa l'obiettivo della maggior parte degli agricoltori era produrre più uva possibile con il grado zuccherino più alto, oggi si opta per produzioni limitate. Per questo le viti vengono potate e sfrondate, arrivando addirittura al diradamento dei grappoli per migliorare la qualità delle bacche rimaste sulle viti.
In linea teorica un agricoltore con le mappe di vigore prodotte da Physiocap può mettere a punto degli interventi di potatura 'su misura'. Ma anche definire delle strategie di fertilizzazione ad hoc. Piante che nell'annata passata hanno sviluppato troppa biomassa possono ricevere l'anno successivo una razione minore di fertilizzanti, soprattutto azotati.
Certo, servono le attrezzature ad hoc. Se la potatura automatica e 'su misura' ancora nessuna macchina può farla, per la fertilizzazione la situazione è differente. Esistono in commercio infatti spandiconcime a rateo variabile che, seguendo la mappa di prescrizione generata coi dati raccolti in campo, forniscono alla singola pianta dosi variabili di fertilizzante.
L'obiettivo è quello della viticoltura di precisione: alzare il livello qualitativo medio della vigna, intervenendo su quelle piante che senza cure particolari darebbero acini scadenti. In questo modo, una volta arrivata in cantina, dall'uva si otterrà una produzione di livello superiore.