L'elevato innalzamento delle temperature, in una stagione particolarmente siccitosa che ha visto precipitazioni dimezzate del 51% a maggio 2017, mette a rischio i raccolti.

Questo l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che l’andamento climatico anomalo non consente lo sviluppo e la maturazione regolare delle colture in una situazione di carenza idrica, sulla base dei dati relativi al seconda metà di maggio dell’Ucea.

La Coldiretti ha affermato che le precipitazioni in Italia sono risultate inferiori alla media del 40,3% ad aprile e del 52,3% a marzo ma sono state carenti durante tutto l’inverno con un picco negativo a dicembre, in cui è caduta addirittura il 67% di acqua in meno sulla Penisola, secondo l'Ucea.

Le coltivazioni sono stressate dalle temperature che si sono alzate dopo un periodo di estrema variabilità climatica, segnato prima da gelate e poi da grandinate e bombe d’acqua e quindi si ricorre all'irrigazione di soccorso.

Una situazione agronomica che provoca la maturazione simultanea delle produzioni in campo con difficoltà ad organizzare la raccolta, anche a causa dell’abrogazione dei voucher, e problemi di assorbimento da parte del mercato, nonostante la tendenza all’aumento dei consumi provocata dalle alte temperature.
Ora l’abbassamento delle falde e lo scarso livello dei bacini preoccupano le imprese agricole che, precisa Coldiretti, si preparano ad affrontare tre mesi bollenti e decisivi per i raccolti estivi ed autunnali con una disponibilità idrica insufficiente.

In Italia i cambiamenti climatici che si stanno manifestando, con ripetuti sfasamenti stagionali, sono anomalie evidenti; le precipitazioni violente, la grandine e la siccità hanno pesanti effetti sull'agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa del tempo.