Poco dopo le 15 di ieri a Benevento è giunto in prefettura il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. Qui, alla presenza del prefetto, Paola Galeone, del sottosegretario ai Trasporti e infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro, delle organizzazioni agricole e dei sindaci dei 61 comuni colpiti dalla disastrosa alluvione ha illustrato la strategia del Governo per affrontare l’emergenza innescata nel Sannio dagli eventi alluvionali del 14, 15 e19 ottobre.
 
Sul tavolo le richieste di dichiarazione di stato d'emergenza nazionale della Protezione Civile e di declaratoria di stato di calamità da 120 milioni di euro, presentate già ieri l’altro dalla Regione Campania, unitamente al salatissimo conto dell’emergenza per l’alluvione e per i danni ad altri settori produttivi, il cui totale complessivo è di un miliardo e 85 milioni di euro.
 
Una cifra da capogiro, che nei giorni scorsi aveva mosso il parlamentare europeo del gruppo Socialisti e Democratici Nicola Caputo a chiedere un intervento della Commissione Ue. Anche perché erano circolate voci su una possibile richiesta di Roma a Bruxelles volta attivare il Fondo di solidarietà per le emergenze.
 
Prima dell’inizio dell’incontro, Agrinsieme Campania ha consegnato un documento in 9 punti al ministro con una serie di proposte operative per fare fronte all’emergenze; Coldiretti Campania ha invece emanato un comunicato stampa dopo l’incontro. Le proposte delle organizzazioni agricole sembrano essere state ben recepite dal ministro, ma è fondamentale la celerità della messa in essere di queste misure. 
 
Martina ha risposto mettendo in campo le misure d’emergenza del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 e 2014-2020, il Fondo di solidarietà e le misure di accompagnamento previste dal decreto legislativo n. 102/04 e - infine - l’articolo 26 della approvanda Legge di stabilità per il 2016, che prevede un dotazione finanziaria di oltre un miliardo e mezzo anche per le imprese colpite da calamità.
 
Martina, accogliendo sin da subito in buona parte quanto richiesto da Agrinsieme Campania e da Coldiretti Campania, e riservandosi di poter aggiornare ulteriormente la lista degli interventi possibili, prima di entrare nell’incontro con le autorità locali ha dichiarato ai giornalisti: “Quello che posso dire è che c’è una totale massima attenzione del Governo per fare in modo che si attivino immediatamente gli interventi di accompagnamento anche dal lato nazionale che vanno messi in campo rapidamente anche sul versante agricolo”.
 
Il ministro ha poi aggiunto: “Sicuramente, dopo la perimetrazione dell’emergenza anche in campo agricolo, che compete alla Regione, noi siamo pronti ad attivare le misure d’emergenza che possano far accedere anche il Sanno al Fondo di solidarietà nazionale”.
 
Su questo versante, Martina ha specificato: "La declaratoria di stato di calamità è importante soprattutto perché comporta la sospensione dei mutui e dei contributi previdenziali agricoli.

Un modo per portare subito sollievo agli agricoltori colpiti, ma i soldi per reimpiantare vigne e ristrutturare cantine devono venire da altri fondi. Anche perché, come noto, al Sud c’è il problema annoso delle colture assicurabili e non assicurate, per le quali è scaduta la risarcibilità per danni in deroga con il Fondo di solidarietà, contenuta nel decreto legge del 5 maggio scorso diventato poi legge 91/2015 “Disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi”.
 
Martina ai giornalisti ha ancora detto: “Siamo pronti a lavorare con la Regione Campania sulle misure del Psr, sia quello vecchio che può essere gestito anche nella fase finale, anche sui progetti che non sono completati al 100% per poter liquidare quello che effettivamente si è speso, e sulla nuova programmazione quella che a breve sarà approvata a Bruxelles, che ci consente di fare un’operazione consistente di investimento di accompagnamento sul versante, per esempio, dei reimpianti dei vigneti e del recupero delle strutture aziendali”.
In pratica: niente revoche ai finanziamenti sul già speso, per chi riesce a rendicontare il progetto, ma non per intero e soldi dai Psr per ricostruire.
 
Gli interventi
Più tecnico l’intervento di Martina a porte chiuse: parla apertamente di possibilità di utilizzare la misura 5.2.1 del Psr 2014-2020, già citata da Coldiretti e da Agrinsieme. Ma resta ancora nel vago sul Psr 2007-2013: non cita mai la misura 126 del Psr 2007-2013 e quindi fa sempre riferimento ad un completamente della spesa che sembra essere soprattutto quello dei progetti imprenditoriali in fase di liquidazione da parte della Regione. Per i quali per altro non fa cenno alcuno a possibili rinvii di rendicontazione, pure richiesti a gran voce dalle organizzazioni agricole.

Alcune interpretazioni dei presenti di quanto detto da Martina vanno invece in direzione opposta: attivazione sin da subito della misura 126 del vecchio Psr, utilizzate par fare da ponte alle 5.2.1 del nuovo ed adottando programma. Il che sarebbe anche un aiuto insperato alla Campania, che potrebbe, anche grazie alla traslazione di fondi verso questa misura, evitare il disimpegno automatico sul vecchio strumento di programmazione.
 
Prevenzione e riduzione del rischio
Martina affronta la questione durante l’incontro a porte chiuse e indica la possibilità di utilizzare la misura 5.2.2 del Psr 2014-2020 per riduzione del rischio e prevenzione, lì dove gli interventi riguardino le aree rurali. Cosa che potrebbe per altro limare l’impegno diretto del Governo sul capitolo delle spese necessarie per la riduzione del rischio contabilizzate dalla Protezione civile della Campania: ben 542 milioni di euro.
 
Martina ai giornalisti dichiara: “Credo che l’elemento di valore che abbiamo davanti sia legato all’articolo 26 della Legge di stabilità che questo Governo ha varato e che consente, con una dotazione finanziaria di un miliardo e mezzo, di poter, per la prima volta, intervenire sul ristoro dei danni dei privati e delle imprese e delle attività produttive al di fuori delle emergenze legate ai terremoti”.
 
Su questo capitolo, nell’incontro a porte chiuse Martina è chiaro: si tratta di una dotazione finanziaria ampia, alla quale il Governo può attingere per favorire la ripresa produttiva, soprattutto quando oltre al danno alle colture, sui campi si è verificata - per esempio - una frana, che pone di per sé l’ulteriore costo della sua rimozione  e del rimodellamento dei versanti coltivati.

Ultimo capitolo di quanto detto a porte chiuse: l'accesso al credito nella fase della ricostruzione. Da facilitare con accordi ad hoc con un pool di banche da individuare. Altra proposta di Agrinsieme Campania pienamente accolta.