Una relazione pubblicata ieri dalla Corte dei conti europea rileva che l'Ue è riuscita solo in parte a integrare nella Politica agricola comune, Pac, gli obiettivi della politica Ue in materia di acque. L'audit ha evidenziato debolezze nei due strumenti (la condizionalità e lo sviluppo rurale) attualmente usati per integrare nella Pac le questioni relative alle risorse idriche e ha individuato ritardi e debolezze nell'attuazione della direttiva quadro sulle acque.

In Europa, l'agricoltura consuma, in maniera del tutto logica, una grande quantità di acqua, assorbendo un terzo circa dell'acqua complessivamente utilizzata, ed esercita pressioni sulle risorse idriche attraverso, ad esempio, l'inquinamento idrico da nutrienti,” ha dichiarato Kevin Cardiff, il membro della Corte responsabile della relazione. “Sebbene si siano registrati dei progressi, la Commissione e gli Stati membri devono integrare meglio le questioni relative alle risorse idriche nella Politica agricola comune, al fine di garantire un uso sostenibile a lungo termine di tali risorse”.

La Pac rappresenta poco meno del 40% del bilancio dell'Ue (per il 2014, oltre 50 miliardi di euro) e mediante tale politica l'Ue vuole influire sulle pratiche agricole che hanno un impatto sulle risorse idriche.

Mr Kevin Cardiff, the ECA Member responsible for the report
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Per la relazione completa in inglese clicca QUI