Questa volta sono i prodotti dell'agricoltura biologica ad occupare le pagine dei giornali. Il motivo di tanto interesse è l'ennesima frode in campo alimentare, argomento che sempre solletica l'attenzione dei media. All'origine di tutto la scoperta di prodotti che di bio avevano ben poco, ma erano ricchi in residui di agrofarmaci e non solo. Molti i giornali che si sono occupati della vicenda, a iniziare da “Avvenire” o il “Mattino” del 12 aprile. Nello stesso giorno “La Stampa” ospita un commento del fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, che punta il dito contro queste frodi che frenano l'espansione del biologico. Lo scandalo del falso “bio” sembra trascinare con sé gli altri prodotti ed è un fiorire di articoli su scandali alimentari veri o presunti, come le truffe sulle uova delle quali parla “Sette”, il magazine del Corriere della Sera, o il sospetto lanciato da “Libero” che nelle preparazioni alimentari siano presenti carni di cani e gatti. Non è da meno il “Giornale” che mette in allarme i consumatori di fede islamica per la presenza di carni di scarto. Anche mais e soia finiscono nel mirino dei media per la scoperta, denunciata da “Libero”, di partite targate come biologiche ma che tali non sono. Passata questa prima “tempesta” ecco, il 16 aprile, tornare alla ribalta la carne di cavallo dove non dovrebbe esserci. Molti giornali e fra questi il “Corriere della Sera”, “Repubblica”, “Avvenire” per citarne alcuni, riportano i primi dati delle analisi effettuate in Italia, dove il 20% dei campioni non sarebbe in regola. Un dato allarmante, smentito però il giorno seguente dalle autorità sanitarie, secondo le quali i campioni irregolari sarebbero intorno al 7%, come si legge sul “Corriere della Sera”. Il problema delle frodi comunque resta e “Italia Oggi” del 17 aprile riporta le conclusioni della Commissione europea per ridare al settore certezze e recuperare la fiducia dei consumatori. Ma non è finita qui. L'elenco delle frodi continua il 18 aprile con la notizia, riportata su “La Stampa”, della produzione in Piemonte di falsi vini Dop destinati anche al mercato estero.
Qualità e mercati
Il tema della sicurezza alimentare si sposa idealmente con quello della qualità, argomento del quale si occupa “Italia Oggi” del 13 aprile per commentare la decisione di bloccare i marchi di qualità regionali che erano stati proposti dalla Regione Lazio. Qualche problema lo si incontra poi nella tutela dei prodotti che possono fregiarsi dell'indicazione geografica. Nel caso dei vini, scrive “L'Unità” del 12 aprile, la tutela fuori dai confini della Ue è assai ardua. Pur fra queste difficoltà, l'agricoltura continua ad essere in controtendenza rispetto ad altri settori e fa segnare un aumento delle assunzioni, come si apprende da “Libero”. Sui mercati si registrano però forti difficoltà per il riso (La Stampa, 15 aprile) e anche per la floricoltura pugliese (Gazzetta del Mezzogiorno, 17 aprile).
Non toccate l'agicoltura
Mercati in affanno e quadro politico incerto sono motivi di preoccupazione che si fanno anche più forti di fronte alle proposte scaturite dai “saggi” del presidente Napolitano per l'abolizione delle commissioni Agricoltura di Camera e Senato. Se ne discute sulle pagine di “Italia Oggi” del 17 aprile e nello stesso giorno l'assessore pugliese all'Agricoltura, Dario Stefàno, affida alla “Gazzetta del Mezzogiorno” il compito di esprimere la sua contrarietà a questa proposta. In tema di scelte politiche c'è attenzione poi per quanto si va discutendo a Bruxelles a proposito di riforma della Pac. Fra le pieghe della riforma, evidenzia “Italia Oggi” del 17 aprile, si scopre la presenza di un emendamento che potrebbe riproporre un meccanismo simile alle quote latte anche dopo il 2015, affidando ai singoli Stati il compito di applicare incentivi e sanzioni volte a contenere la produzione di latte.
In stalla
Restiamo nel mondo della stalle con l'articolo pubblicato dal “Secolo XIX” del 13 aprile che si occupa di un toro di razza Bruna salito agli onori della cronaca per i suoi successi mondiali come riproduttore capace di imprimere forti miglioramenti in campo genetico. Dalle pagine di “Modena Qui” si apprendono le novità che riguardano il Consorzio di tutela del Parmigiano Reggiano, dove è in corso il rinnovo dei vertici, che con tutta probabilità riconfermeranno l'attuale presidenza di Giuseppe Alai.