La stretta creditizia, credit crunch per dirla con gli anglofoni, colpisce anche l'agricoltura e non da oggi. Se ne parla su “Il Sole 24 Ore” del 16 marzo che evidenzia come il credito agrario sia precipitato ai livelli più bassi dal 2008, con un calo del 22% sul 2011. Stesso argomento sulle pagine de “Il Manifesto” in edicola il 17 marzo che ricorda il numero rilevante, oltre 16mila, delle imprese in difficoltà. Torna sull'argomento “Il Sole 24 Ore” del 18 marzo, questa volta per parlare dei Confidi , uno dei pochi strumenti a sostegno delle piccole imprese, anch'essi con una flessione a due cifre. “La Stampa” nello stesso giorno evidenzia che il numero delle aziende che è riuscita ad accedere al credito agrario è calata del 40%, un numero definito preoccupante da tutte le organizzazioni del settore. La stretta creditizia, stando a quanto riporta il 20 marzo “Italia Oggi”, assomma per il credito agrario a 613 milioni, cifra che emerge dalle analisi di Ismea.
Imu, c'è chi non paga
Mentre le banche stringono i rubinetti, è una magra consolazione quella che giunge dalle pagine de “Il Sole 24 Ore” del 19 marzo a proposito della circolare dell'Agenzia delle entrate, che conferma l'esenzione dei terreni incolti di collina e montagna dal pagamento dell'Imu. Qualche risparmio le aziende agricole possono ottenerlo dalla riduzione dei contributi (al massimo il 20%) Inail. La domanda va presentata dall'uno al 30 giugno di ogni anno e i dettagli si possono leggere il 15 marzo su “Il Sole 24 Ore”. Restiamo su “Il Sole 24 Ore” per apprendere il 21 marzo che il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, potrebbe riemergere dalle ceneri dei suoi continui rinvii. A partire dal primo ottobre, dice un decreto ministeriale, dovranno tenerne conto le aziende con oltre dieci dipendenti. Per le altre si passa al prossimo anno.
Export, ancora un più
Le difficoltà sul fronte interno sembrano stemperarsi se si guarda ai numeri dell'import-export, che per il settore agroalimentare sembrano essere tutti positivi. E' quanto emerge dai dati diffusi da Istat per inizio 2013 e commentati da “La Stampa” del 18 marzo, dove si apprende che le esportazioni del settore sono cresciute del 21%, contro un più 8,7% delle merci destinate oltre frontiera. Numeri positivi che inducono “La Padania” del 20 marzo a guardare all'agricoltura come un possibile volano di ripresa per l'economia. Gli fa eco “Il Giornale” del 21 marzo che evidenzia come le aziende agricole della Lombardia abbiano reagito alla crisi puntando su nuovi servizi e aumentando la quota di export.
I tagli della Pac
Sebbene con un po' di ritardo, anche i quotidiani sembrano essersi accorti delle importanti decisioni prese a Bruxelles per la riforma della Pac e per il bilancio dell'Unione. Sulla “Gazzetta del Mezzogiorno” del 15 marzo si possono leggere i commenti dell'assessore pugliese all'Agricoltura, Dario Stefàno, che definisce inaccettabili i tagli proposti senza una riscrittura delle priorità di spesa. Quale sarà la dote finanziaria delle aziende agricole che sarà decisa da Bruxelles è un argomento centrale della riforma Pac e i tagli proposti sono motivo di preoccupazione in particolare per il mondo degli allevamenti. E' questa la chiave di lettura proposta il 17 marzo dal “Giornale di Brescia”. L'entità del taglio sarà per gli aiuti diretti del 10%, circa 350 milioni all'anno. E' questa la cifra indicata dal presidente della Comagri, Paolo De Castro, nel rispondere alle domande de “l'Unità” del 18 marzo a proposito della riforma Pac. Una Pac, dice De Castro, che sarà “più verde”, ma che a quanto affermano gli esponenti di Slow Food non sarà abbastanza attenta ad ambiente e sicurezza alimentare. Questa la critica che si può leggere il 18 marzo nello spazio che “La Stampa” dedica all'associazione che ha per logo una chiocciola. Ma forse si dimentica che solo un'agricoltura che offre margini è in grado di dare una risposta alla tutela dell'ambiente. Altrimenti c'è solo l'abbandono.