L'olivicoltura del Nord-Est è una realtà economica che conta su più di 8.000 produttori con circa 7.000 ettari di oliveto in produzione. I dati si riferiscono all’ultimo censimento Istat del 2011. Nei territori interessati sono stati venduti circa 35.000.000 di litri di extravergine per un corrispondente valore di 145 milioni di euro. A questi si aggiungono le buone performance delle Dop con circa 977.000 litri di olio venduti per un controvalore di 10 milioni di euro.
“Siamo di fronte a un’olivicoltura di nicchia, da alto reddito distribuita in quattro regioni: Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, alto Garda e Friuli Venezia Giulia”. Afferma Pietro Sandali, direttore generale di Unaprol, al convegno dell’Aipo di Verona. L'olio extravergine di qualità prodotto arriva dai territori di dieci province raggruppate in tre distinti consorzi: Garda, Veneto e Tergeste. “Si tratta di strutture operative e di organismi di produttori - ha poi aggiunto Sandali - che hanno trasformato il legame forte con il territorio nella leva competitiva dell’offerta di alta qualità delle imprese del Nord Est”.
Dal convegno “Olivicoltura: innovazione e mercato”, che celebra il nono concorso oleario Aipo d’argento, emerge la fotografia dell’olivicoltura del Nord Est.
Il settore è alle prese con la riforma della Pac. Tra gli argomenti sul tappeto: il budget agricolo; la figura dell’agricoltore attivo; il greening; la volatilità dei prezzi e strumenti per contrastarla, il potere contrattuale e organizzazione dei produttori.
“Il problema più serio dell’agricoltura - afferma Sandali - è quello della volatilità dei prezzi: l’agricoltore, prende sempre il prezzo più basso. E' necessario istituire un sistema di salvaguardia e delle regole che possano limitare gli effetti di questo fenomeno”.
Il problema va risolto con misure di gestione del rischio d’impresa, nel cosiddetto secondo pilastro. Va previsto un doppio binario: da un lato assicurazione del rischio, dall'altro fondi mutualistici. “I due strumenti – ha poi concluso Sandali - vanno usati alternativamente, anche per metterli in concorrenza, per ogni forma di rischio: sia i rischi delle calamità atmosferiche e delle fitopatie, sia il rischio di reddito, che è diretta conseguenza della volatilità dei prezzi".
Sul fronte dei prezzi, in base ai dati elaborati dall’osservatorio economico di Unaprol, si registra una leggera riduzione per quelli all’origine; si tratta comunque di prezzi premianti per le produzioni del Nord Est che si sono attestati mediamente nel 2011 intorno agli 11 euro/kg.
L’olio prodotto, di qualità eccellente, trova sbocchi soprattutto nel Nord Europa e riesce a spuntare prezzi maggiori rispetto alla media nazionale degli oli a denominazione. Per la Dop Laghi Lombardi, secondo gli ultimi dati disponibili, il prezzo si è attestato nel 2011 sul livello di 10,53 euro/kg.
Per gli oli Dop e Igp si segnala una situazione stabile delle quotazioni per l’anno terminante a giugno 2012, in confronto allo stesso periodo del 2011. Nella Gdo il prezzo medio euro/litro è stato di 10,56. Per gli oli Dop Igp si evidenzia una leggerissima progressione di prezzo nel periodo esaminato. Progressione un po' più marcata per il 100% italiano (+2%). Per tutte le categorie di pregio si evidenzia una contrazione delle vendite in valore e volume. Eccezione per gli oli a denominazione; anche per questi si registra 2% una progressione del 2% delle vendite in volume e in valore.
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