I prezzi per i prodotti agricoli, a fronte di una domanda forte e stabile e di una crescita rallentata della produzione globale, saranno sostenuti; le aree coltivate cresceranno ma molto poco e si dovrà, quindi, puntare su una maggiore resa produttiva; a dare il maggior contributo alla crescita saranno però i paesi in via di sviluppo che domineranno sempre di più nella produzione della maggior parte dei prodotti agricoli di base.

Tutto ciò è emerso nella mattinata di mercoledì 11 luglio durante la presentazione del nuovo rapporto congiunto Ocse Fao 'Agricultural Outlook 2012' il cui scopo è quello di fornire una proiezione della possibile evoluzione a livello globale del mercato di venti prodotti agricoli tra cui biocarburanti, cereali, oli, zucchero, carne e pesce, nel decennio 2012 e il 2021.

 

Domanda

Le ragioni individuate nel rapporto per la prevista crescita della domanda di prodotti di base agricoli, vanno dall'aumento dei redditi pro-capite, all'urbanizzazione, ai cambiamenti che subiranno le abitudini alimentari dei paesi in via di sviluppo.

Ad agire sulla domanda sarà anche la crescente richiesta di materia prima di origine agricola da parte dell'indotto dei combustibili associata ad una lenta crescita della produzione che ha caratterizzato i paesi tradizionalmente esportatori negli ultimi dieci anni.

 

Offerta

Se la domanda cresce forte e stabile, l'offerta che riceverà un forte contributo dai paesi in via di sviluppo sempre più importanti nella produzione ma anche nella commercializzazione, avrà un tasso di crescita medio dell'1,7 per cento annuo, inferiore al trend degli ultimi anni (2 per cento annuo). A limitarne la crescita, saranno l'aumento dei costi di produzione e i fattori ambientali quali il cambiamento climatico e la sempre minore disponibilità di risorse.

 

Risorse non rinnovabili

Nei prossimi dieci anni, lo conferma il rapporto, dovremo seriamente fare i conti con l'ormai scarsa disponibilità di risorse; il lavoro di Ocse e Fao pone l'accento sul fatto che il venticinque per cento della terra coltivata è oltremodo degradata e la disponibilità d'acqua ha raggiunto livelli critici in molti paesi.

A ciò si aggiunge la cattiva gestione a carico degli stock ittici sfruttati in eccesso e l'aumentata frequenza di eventi climatici estremi accompagnata dal cambiamento dei modelli climatici in molte parti del mondo.

 

Soluzioni

Restano utili politiche studiate ad hoc ma, nel rapporto, assume grande peso il settore privato che, si legge, “avrà sempre più un ruolo guida in campo agricolo”.

Tra le soluzioni proposte, la creazione di un contesto che agevoli gli investimenti nazionali e internazionali limitando, da parte dei governi, “le restrizioni agli scambi e quei programmi nazionali di sostegno che distorcono gli incentivi alla produzione e gli investimenti agricoli”.

Prezzi reali sostenuti forniscono maggiori incentivi agli agricoltori e allo sviluppo rurale – ha dichiarato il direttore generale della Fao José Graziano da Silva - specialmente laddove i mercati sono aperti e i meccanismi dei prezzi sono ben funzionanti, e naturalmente, dove gli agricoltori hanno anche la capacità di rispondervi”.

Investire in infrastrutture nelle aree rurali, nelle strutture agricole, nei sistemi informativi e di comunicazione è il compito che il rapporto affida ai paesi in via di sviluppo senza tralasciare l'importanza dell'investimento sul capitale umano destinando maggiori risorse ai servizi sanitari, alla scolarizzazione e alla formazione.

Un ultimo appunto del lavoro per limitare la necessità di aumentare la produzione preservando le risorse, sul quale tutti noi dovremmo riflettere e cominciare fin da subito a lavorare, riguarda gli sprechi alimentari che hanno ormai raggiunto una quota pari ad un terzo del cibo prodotto per il consumo umano.