Ancora un 'anno nero' per le castagne. A pochi giorni dall’inizio della raccolta 2011 è già chiaro che non sarà una buona stagione per la 'regina dell’autunno', che vedrà presumibilmente ridotta la sua produzione complessiva del 50%. Un crollo che replica la performance già negative dell’anno scorso. 

Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori in occasione dell’apertura della campagna 2010-2011.

A minacciare la leadership europea di castagne e marroni made in Italy, afferma la Cia, sono gli effetti devastanti dell’insetto 'killer', il cinipide galligeno che da anni danneggia gravemente i nostri boschi di castagni. E come se non bastasse in agosto e settembre ci si è messa pure la siccità senza precedenti. Un mix micidiale che porterà con tutta probabilità al dimezzamento dei quantitativi prodotti, con punte del 70 e dell’80%.

Si prevede, quindi, una stagione in 'rosso' per un comparto d’eccellenza che conta 34.160 imprese e più di centomila lavoratori e che tra il 1999 e il 2007 ha fatto registrare una produzione pari a un valore medio di 46 ben milioni di euro.

Moltissime le denominazioni d’origine, che si concentrano nelle regioni più vocate alla castanicoltura. Di queste, conclude la Cia, tre tipi sono castagne e ben 9 marroni: tipiche del territorio toscano sono il marrone del Mugello Igp e la castagna del Monte Amiata Igp; altre due sono campane, la Castagna di Montella Igp e il marrone di Rocca Daspide; dall’Emilia Romagna viene il marrone di Castel del Rio Igp, mentre il marrone di san Zeno Dop e il marrone del Monfenera Igp sono veneti. Ancora, originari del Piemonte sono la Castagna di Cuneo Dop e il Marrone della Val Susa, mentre la Castagna di Vallerano Dop è laziale. Senza contare gli altri prodotti di qualità derivati dal castagno: a cominciare dal miele, fino alla birra e alla farina.