“Il 2011 si conferma una buona annata: la qualità ci soddisfa, soprattutto nei vini bianchi ed anche il mercato delle uve è in ripresa”. Lo dichiara Piergiovanni Pistoni, presidente della Federazione nazionale vitivinicola, al termine della riunione che ha analizzato i dati raccolti dall’Osservatorio vitivinicolo di Confagricoltura.

Dal punto di vista quantitativo, l’andamento climatico del mese di agosto ha modificato al ribasso le previsioni iniziali e le indicazioni raccolte dall’Osservatorio consentono di stimare una produzione di circa 44 milioni di ettolitri,  il 5% in meno rispetto al 2010.

Le differenze regionali si sono accentuate nel mese di agosto e i dati recenti individuano un decremento più contenuto al Nord e più forte nel Meridione, con riduzioni più marcate in Puglia e Sicilia.

La Federazione vitivinicola di Confagricoltura ha analizzato anche le indicazioni che arrivano dal mercato, che sono abbastanza positive per gli incrementi dei prezzi delle uve, con differenze legate soprattutto all’andamento delle denominazioni. Per alcune, come il Trento Doc, i prezzi sono rientrati nella media, superando i ribassi delle ultime due annate. In Veneto la situazione è particolarmente positiva per due importanti denominazioni, Valpolicella e Prosecco; per quest’ultima, nonostante l’aumento dei volumi produttivi, si prevede un incremento delle quotazioni delle uve del 10% .

Scendendo verso il centro, l’andamento cambia. In Toscana il mercato è sostanzialmente stabile nella zona di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, ma preoccupa i produttori del Chianti Classico dove si registra un netto ribasso, dovuto anche alle giacenze elevate. In questa denominazione la produzione è oramai eccedentaria rispetto alla capacità di assorbimento del mercato.

Nel Sud la riduzione delle quantità è stata più marcata, ma i prezzi delle uve sono aumentati di  pochi punti percentuali. In Puglia si prevede un calo dei volumi di circa il 10%, con picchi particolarmente negativi per il Primitivo (-30%) ed un prezzo delle uve mediamente superiore del 5-10%. In Calabria, nonostante una quantità più bassa del 15%, i prezzi saranno stabili per l’influenza delle giacenze in aumento. Il Cirò ha addirittura chiesto la distillazione di crisi.