Il ministro dell'Agricoltura, Saverio Romano, non ne aveva fatto mistero di voler commissariare alcuni enti vigilati dal suo ministero, a iniziare da Agea, l'agenzia per le erogazioni in agricoltura. Detto e fatto, il 23 giugno un decreto del presidente del Consiglio dei Ministri ha sciolto gli organi statutari di Agea ed ha nominato Mario Iannelli (generale di corpo d'armata) come Commissario. Fra le motivazioni che hanno accompagnato questa decisione si legge che “si è reso necessario...in seguito a varie inadempienze amministrative e gestionali...” “Il ruolo centrale di Agea - si legge ancora nelle motivazioni - non può subire criticità tali da mettere in crisi l'intero sistema con la conseguenza di produrre gravi e irreparabili danni agli agricoltori italiani”. Agea, infatti, è l'unico referente per l'Italia verso la Commissione di Bruxelles ed è lo strumento attraverso il quale vengono distribuiti i 6,5 miliardi di euro che la Ue destina all'agricoltura italiana.

 

Situazione pesante

Il Commissario Iannelli dovrà prendere la guida di Agea al posto del presidente Dario Fruscio che solo pochi giorni fa, rispondendo ad un'audizione alla commissione Agricoltura del Senato, aveva denunciato la difficile situazione che pesava sul futuro dell'ente. Tutta colpa dei tagli al finanziamento pubblico che ha fatto scendere il sostegno ad Agea dai 215 milioni di euro del 2008 ai soli 121 milioni del 2011. Una cura “dimagrante” alla quale l'agenzia ha risposto contraendo le spese di funzionamento dai 240 milioni del 2008 ai 147 del 2011. Un contenimento dei costi, spiega un comunicato della stessa Agea, reso possibile con la riduzione dei controlli al minimo richiesto dalla Ue.

 

La “macchina” Agea

Ora il neo Commissario dovrà vedersela con lo sbilancio di 26 milioni fra entrate e uscite che mette in difficoltà il funzionamento della “macchina” Agea. Questa, lo ricordiamo, funziona grazie al lavoro di Sin, gestore della piattaforma informatica Sian, di Agecontrol per i controlli sugli aiuti e dei Caa, i centri di assistenza agli agricoltori, tutti organismi che dipendono a loro volta dal bilancio di Agea. All'orizzonte c'è poi l'eterna vicenda delle quote latte e delle multe che Agea si ritrorva a gestire. Con il 30 giugno sono scaduti i termini per il pagamento delle rate e in scadenza ci sono importi di circa 13 milioni di euro, come anticipato nel precedente numero di Agronotizie. Altra partita aperta è quella delle ingiunzioni di pagamento per le multe “esigibili”. La riscossione da parte di Equitalia è stata attivata da Agea per un importo complessivo di 59 milioni di euro e vedono coinvolti 664 produttori. Le riscossioni coattive non sono state annullate, ma di fatto gli ufficiali giudiziari hanno smesso di bussare alle porte degli allevatori. Secondo alcuni anche questa è una delle finalità del commissariamento di Agea, ma si tratta di illazioni e come tali vanno interpretate.

 

Partita aperta

Intanto il presidente Fruscio ha annunciato la sua intenzione di impugnare davanti al Tar la decisione del ministro Romano. A sostegno delle ragioni avanzate da Fruscio la consapevolezza che ad Agea non sono mai state contestate dalla Commissione Europea inadempienze amministrative e gestionali che possano aver arrecato danni agli agricoltori italiani, come invece si sostiene nelle motivazioni che accompagnano il commissariamento.

 

I commenti

Non è la prima volta che su Agea si concentrano situazioni di difficoltà, tanto che già nel 1994 l'allora ministro dell'Agricoltura, Adriana Poli Bortone, annoverò fra i suoi primi atti il commissariamento di Aima, della quale Agea è l'erede. Da allora sulla poltrona dell'una e dell'altra si sono alternati 13 presidenti. Un turn over forse eccessivo anche se l'attuale commissariamento ha raccolto il favore di Fabiano Barbisan, il presidente di Italia Zootecnica che proprio in questi giorni (se ne è parlato anche su Agronotizie) aveva indirizzato ad Agea forti critiche per i ritardi nei sostegni agli allevamenti di bovini da carne. Anche da parte di Furio Venarucci, presidente di Anpa, sono arrivate parole di plauso alla decisione del ministro Romano di “staccare la spina” ad Agea. “Asettica” la posizione di Confagricoltura che si limita ad augurare buon lavoro al neo-commissario, mentre Cia affida ai suoi uffici dell'Umbria il compito di auspicare che il commissariamento porti al ripristino dell'efficienza nelle procedure e nei tempi di pagamento.