"Questo nostro Paese è geograficamente, socialmente ed economicamente diverso: ma questa diversità è una ricchezza di cui si è persa, in parte, la consapevolezza. Queste nostre diversità sono un accrescimento che motivi di egoismo, regionalismi e particolarismi hanno contribuito ad offuscare, con gravi ripercussioni sul valore irrinunciabile dell'unità. E' necessario recuperare i principi della condivisione e della solidarietà nazionale. In fatto di agricoltura la voce del Paese deve essere una soltanto, sebbene nel rispetto delle funzioni e delle prerogative delle varie istituzioni".

Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Saverio Romano, incontrando il mondo agricolo ibleo a Villa Di Pasquale a Ragusa dove erano presenti anche Cia, Coldiretti, Confagricoltura e Fai Cisl.

 "La riscrittura della politica agricola comune non può che passare dagli Stati Generali dell'Agricoltura che si terranno il prossimo autunno a Cremona che dovranno portare ad una proposta nazionale, solidale e condivisa.

Mandare in disimpegno automatico delle risorse disponibili ha proseguito Romano - è una colpa grave di certa politica e di certa burocrazia, ed è una colpa che di certo non contribuisce ad un rafforzamento di credibilità e autorevolezza del nostro Paese in sede europea.

Il vero problema del sistema agroalimentare in Sicilia e nel mezzogiorno è quello della carenza di infrastrutture. Qui a Ragusa si rende, ad esempio, indispensabile la realizzazione dello scalo aeroportuale di Comiso, un hub commerciale che consenta ai prodotti locali di poter raggiungere i mercati in tempi brevi.

La promozione delle nostre produzioni non può che essere quella che fa riferimento al Made in Italy, e in tal senso occorre evitare la frammentazione di un'opera di promozione e di comunicazione commerciale che sinora è stata a dir poco settoriale e non organica, particolare, quindi inefficace, e non programmata e generale come dovrebbe essere".