Attuazione dei Programmi di sviluppo rurale al rallentatore. Dopi l'accelerazione dello scorso anno, l'avanzamento della capacità di spesa dei fondi comunitari ha subito una battuta d'arresto.

E' quanto emerge dal seminario organizzato a Roma dalla Rete rurale nazionale e rivolto alle autorità di gestione e agli organismi pagatori, per fare il punto sulla capacità di spesa in Italia e sulle strategie per presentarsi al negoziato sulla riforma della Pac dopo il raggiungimento degli obiettivi di spesa.

La capacità di spesa in Italia si assesta intorno al 25%, contro il 35% della media comunitaria: questo il dato più eloquente.

I Programmi di sviluppo rurale hanno da poco superato i quattro anni di attuazione e, dunque, la prima metà del ciclo di programmazione. Si apre ora la seconda fase in cui gli aspetti legati all'esecuzione finanziaria e alla gestione e sorveglianza degli interventi, ma anche le riflessioni sul loro futuro assetto post 2013, assumono una rilevanza particolare.

"Snellimento delle procedure e rimodulazione delle misure, che denunciano uno scarso interesse da parte degli agricoltori, sono i due cardini sui quali far confluire gli sforzi per raggiungere anche quest'anno l'obiettivo di spesa e vincere una sfida dal duplice valore: evitare di perdere una parte dei fondi comunitari e presentarsi al tavolo del negoziato sulla riforma della Pac con un risultato positivo da far valere nella ripartizione dei fondi nel budget comunitario post 2013". Così ha commentato il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano.

Nel corso del seminario sono state analizzate le difficoltà incontrate nell'attuazione dei Programmi di sviluppo rurale e le possibili soluzioni per rendere più efficiente la gestione dei Psr e accelerare l'avanzamento finanziario.

Dopo lo scatto di reni dello scorso anno, quando proprio il maggior impegno di tutti gli organismi coinvolti nella gestione e attuazione dei programmi aveva consentito di evitare il disimpegno di un'importante fetta di fondi comunitari, il 2011 si presenta come un anno particolarmente impegnativo.
Ad aprile il ruolino di marcia ha accusato una battuta di arresto rispetto al mese precedente: i fondi comunitari ancora in sospeso ammontano a 611 milioni di euro, da spendere entro la fine dell'anno per evitare di restituirli alle casse comunitarie.

 

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