Il punto della situazione

Negli ultimi dieci giorni, mentre al Sud si respirava aria di stampo piuttosto primaverile, le piogge sono tornate in modo più contenuto a infastidire il Nord Italia e gran parte del Centro, senza comunque toccare i record raggiunti nel mese di dicembre, quando, su gran parte delle regioni centro-settentrionali, le precipitazioni hanno superato dalle 2 alle 4 volte i valori normali: Milano 163 mm ( +215%), Torino 94 mm (+205%), Genova 197 mm (+160%), Bologna 107 mm (+190%), Venezia 252 mm (+415%), Firenze 288 mm (+265%), Roma 160 mm (+170%), Perugia 140 mm (+190%), Napoli 181 mm (+167%).

L’attuale fase instabile è destinata ad esaurirsi in settimana, con il passaggio dell’ultima perturbazione atlantica che darà luogo anche a forti venti di Fohen sulle regioni del Nord-Ovest.
Un importante aumento dei geopotenziali, grazie alla rimonta anticiclonica di stampo subtropicale, apporterà aria assai mite d’origine nord africana, con un conseguente significativo rialzo termico. Le temperature si attesteranno su valori ben oltre la norma stagionale, permettendo alle regioni più a Sud e alle Isole, di toccare picchi massimi tra i 18-20 gradi.

Una settimana o poco più senza alcuna perturbazione.

E' però vero che le fasi anticicloniche in pieno inverno favoriscono il ristagno dell'aria al suolo, incrementando significativamente i tassi di umidità. Si manifesteranno nebbie piuttosto diffuse e persistenti, tanto che potranno verificarsi vere e proprie pioviggini nelle aree pianeggiati, costiere e vallive lungo la Penisola.

 

Evoluzione

Si insedierà quindi in maniera decisa l’anticiclone delle Azzorre, il quale insisterà sull’Italia per quattro giorni consecutivi – da mercoledì 12 a sabato 15 – regalando bel tempo su quasi tutta l’Italia, con fitte nebbie nella pianura del Nord e nelle valli del Centro.
Nella giornata di domenica 16 e lunedì 17, l’anticiclone verrà momentaneamente indebolito dal passaggio di una debole area ciclonica atlantica, seguita ancora da venti di Fohen in discesa dai rilievi alpini. Ma tra il 18 e il 20 gennaio, il deciso ritorno dell’anticiclone delle Azzorre riporterà una seconda fase di bel tempo su tutta l’Italia.

E' da giorni che i principali modelli previsionali indicano l'inizio dell'ultima decade come punto focale di questa pausa invernale.
Il movimento del Vortice Polare, un'area di bassa pressione che staziona in quota in modo semi-permanente sopra il Polo Nord - attualmente piuttosto penalizzante –, sembra poter cambiare registro, approfondendosi sull'Artico Canadese, incentivando una spinta dinamica dell'alta pressione azzorriana sull’Oceano Atlantico, lasciando campo libero sul bacino del Mediterraneo a irruzioni gelide Artiche.

Tendenza

Inizialmente è possibile che l'aria artica raggiunga le regioni settentrionali e in parte anche il Centro, mentre il Sud resterebbe a bocca asciutta, ma in un contesto mediamente instabile. In seguito una disposizione favorevole dell’alta pressione in Atlantico potrebbe spingere aria molto fredda artica verso il Mediterraneo. Il quadro meteorologico in formazione potrebbe riservare sorprese per gli amanti della neve e del gelo.

Zoom fino al 25 gennaio

Dal 20 di gennaio si potrebbero udire i primi sintomi di cedimento del cuneo anticiclonico. Le prime regioni a percepirne gli effetti sarebbero quelle settentrionali, sotto l’effetto di corpi nuvolosi gradualmente più minacciosi e lambite da masse d'aria via via più fredde.
Nei giorni successivi la situazione potrebbe evolvere ulteriormente, con una bassa pressione nel bacino del Mediterraneo associata all’ingresso di aria artica nelle aree centro settentrionali.
Tornerebbe indubbiamente l'inverno, un rigido e generale inverno con diffuse nevicate fino a basse quote.

Zoom fino al 30 gennaio

Negli ultimi giorni di gennaio la Penisola potrebbe raffreddarsi ulteriormente, orientandosi verso un energico ritorno del gelo. Non è da escludere la possibilità dell'ingresso di masse d'aria gelide continentali con conseguenti nevicate.

In conclusione

Una previsione a lungo termine non è mai totalmente affidabile, va considerato tuttavia che da tempo particolari indici si stanno orientando verso una fase invernale in grande stile. Ci aspetterà un febbraio 1956 bis? L’evoluzione nei prossimi aggiornamenti.