Nell’ultimo Consiglio dei ministri agricoli europei, il Commissario all’Agricoltura Dacian Ciolos ha illustrato il 'pacchetto qualità'. Un insieme di provvedimenti e proposte per rendere più efficaci le politiche sui marchi di tutela dell’Ue (Dop, Igp, Stg) e per migliorare la 'comunicazione della qualità dei prodotti alimentari'.
Nel pacchetto sono incluse proposte per un nuovo regolamento sui regimi di qualità dei prodotti agricoli e per semplificare l'adozione, da parte della Commissione, di norme di commercializzazione. Ci sono inoltre linee guida sulle buone pratiche applicabili ai sistemi di certificazione volontaria e all'etichettatura dei prodotti che utilizzano indicazioni geografiche come ingredienti e si definisce inoltre un quadro per le indicazioni facoltative di qualità, come per esempio "allevati all'aperto" per il pollame o "prima spremitura a freddo” per l’olio.
In estrema sintesi, il pacchetto qualità contiene proposte per:
- Riunire in un unico quadro legislativo le norme sui tre regimi di qualità dell’Ue;
- Ridurre gli oneri amministrativi legati alla registrazione dei prodotti;
- Introdurre linee guida europee sulle migliori pratiche per i sistemi di certificazione volontari, e sull’etichettatura di prodotti alimentari che contengono ingredienti a “indicazione geografica”;
- Migliorare gli standard di commercializzazione, anche attraverso “atti delegati”;
- Rendere obbligatoria l’indicazione del luogo di produzione dei prodotti, anche se la Commissione non specifica a quale livello, regionale, nazionale o europeo.
Le prime reazioni sono state positive.
Il Copa-Cogeca saluta con favore le proposte della Commissione, ma sottolinea il disappunto per l’esclusione dal testo definitivo dell’agricoltura montana e delle “vendite dirette”, inserite nella prima bozza del pacchetto, stralciate dalla definitiva.
L’organizzazione degli agricoltori sottolinea inoltre la propria preoccupazione “in merito al rafforzamento dei poteri legislativi della Commissione che le permettono di modificare le norme di commercializzazione, di introdurre delle deroghe o di creare delle esenzioni”. C’è il timore che i consorzi di tutela possano risultare indeboliti dalla possibilità, da parte della Commissione, di intervenire attraverso “atti delegati”, senza procedure di controllo.
Al Consiglio dei ministri agricoli, in un clima di generale accordo sui principi che animano il pacchetto, le delegazioni di Italia e Francia hanno chiesto con forza misure aggiuntive per mettere in condizione i consorzi di tutela e le organizzazioni di produttori di alimenti “tipici” di programmare la produzione.
Danimarca e Olanda hanno invece ribadito la loro tradizionale contrarietà all’etichettatura d’origine obbligatoria, considerato un costo in più per gli agricoltori.
Un fronte piuttosto eterogeneo di Paesi, infine, dal Portogallo alla Svezia, ha espresso riserve sulle modifiche al marchio di Specialità tradizionale garantita, come per esempio l’estensione da 25 a 50 anni per ottenere il riconoscimento di 'tradizionale'.
Le linee guida, su base volontaria, entreranno in vigore immediatamente, mentre sulle proposte legislative si apre il dibattito con Consiglio e Parlamento, l’adozione delle norme non avverrà prima del 2012.