Sviluppatasi nella cornice di Cernobbio, la due giorni indetta da Coldiretti per fare il punto a tutto tondo sul ruolo dell'agricoltura nello sviluppo del Paese, si è articolata in cinque sessioni nelle quali esponenti del mondo politico, economico, scientifico e della società civile, hanno toccato i punti cardine che animano le pagine agricole del momento.
Di grande attualità - vista la recente approvazione da parte della Camera - il Disegno di legge per l'etichettatura e la tutela dei prodotti agroalimentari, gli interventi di Paolo Scarpa Bonazza Buora e Paolo Russo presidenti della Commissione Agricoltura del Senato il primo, e della Camera il secondo. I loro interventi hanno rimarcato la necessità di difendere il reddito degli agricoltori ed enfatizzato l'importanza dell'etichettatura per le produzioni italiane.
“Dopo la Pac 2013” ha detto Scarpa Bonazza, “sarà necessario indirizzare le risorse verso gli agricoltori professionali costruendo un sistema più stabile che garantisca reddito per gli agricoltori”; “le imprese non mancano” ha fatto eco Russo, “vanno però aiutate a crescere, a competere ad ingrandirsi. Non può esistere una moderna Pac che non preveda azioni capaci di assicurare linfa fresca nei campi. Più si riduce il pagamento diretto, più bisogna migliorare la capacità di spesa integrata” ha sottolineato infine il presidente.
In materia di Ogm, ha affermato Scarpa: “da che ero favorevole, sono arrivato alla convinzione non ideologica che fanno male all'economia agricola italiana ed alla sua identità”.
Puntuale sul tema anche l'intervento di Ferruccio Fazio, ministro della Salute, il quale ha annunciato che il Governo “non cambia linea sulla questione degli Ogm. Andiamo avanti sulle produzioni tradizionali”.
"Il Sistema Italia ha sempre contraddistinto la propria produzione sulla qualità” ha affermato Dario Stefàno, coordinatore della Commissione Politiche Agricole-Conferenza Stato Regioni, puntando il dito sulla questione Ogm e sulle sue contraddizioni. Secondo Stefàno, “le politiche per la qualità mancano a volte di profondità, di visione sistemica e di scelte puntuali".
La chiave è la tracciabilità delle filiera, da cui il legame tra la qualità delle produzioni e il territorio da cui esse provengono. L'impresa agricola assume, quindi, un ruolo centrale: le è affidato il compito di valorizzare il territorio e le produzioni. Ruolo che, stando a quanto affermato dal ministro Galan, Coldiretti avrebbe ben compreso facendosi carico con la Filiera Tutta Agricola e Tutta Italiana, di una vera progettualità per il made in Italy.
Secondo Galan, attraverso questa chiave di lettura, il prodotto alimentare diviene “realmente strumento visibile della comunicazione del territorio, portavoce credibile e autorevole del nostro Paese”.
Tra i ministri presenti – oltre a Fazio, Galan e Sacconi - anche Tremonti che, dopo aver ricostruito la parabola della crisi contingente e dopo aver ricordato che la prima necessità da affrontare è di rimettere a posto i conti, ha così sintetizzato la propria posizione: “La crisi ha portato una meccanica comune basata sulla moneta unica. Ogni Paese deve fare un documento basato su due colonne: una di politica di stabilità e l’altra di riforme per lo sviluppo. Se un tempo la politica veniva prima dei numeri, oggi è l’inverso, e i numeri non devono essere inventati ma veri”.
Tra i numerosi interventi, quello del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che ha voluto sottolineare l'importanza della semplificazione burocratica della sua Regione, grazie alla task force 'zero burocrazia' che, ha affermato, “ha già iniziato a lavorare”.
Numerose anche le presenze del mondo internazionale, tra cui Richard Baldwin, professore di Economia internazionale al Graduate Institute di Ginevra che, individuando tra le trappole per il futuro economico della Ue il debito dei paesi più deboli, inserisce tra questi anche l'Italia, insieme a Grecia, Irlanda Portogallo e Spagna.
Infine il presidente Sergio Marini, nel suo intervento conclusivo,in riferimento alla fiscalizzazione degli oneri sociali nelle aree svantaggiate, ai fondi per la bieticoltura e alle accise sul gasolio agricolo, ha spiegato come a suo parere, non servano nuove misure in campo fiscale ma come sia necessario che vengano mantenute quelle in vigore da decenni “che, se dovessero sparire” ha affermato “specie in un momento di crisi come l’attuale, avrebbero pesanti ripercussioni sulle imprese a causa dell’aumento dei costi del lavoro e di produzione”.
Passando per la politica agricola, per il progetto di filiera agricola italiana fino alla questione Ogm, il numero uno di Coldiretti ha concluso che solo puntando su tutte le forze utili si può continuare a costruire un progetto economico che Coldiretti sta portando avanti con coerenza organizzativa e associativa.
“Una coerenza” ha detto in chiusura “che non mette in contrasto gli interessi del socio e del cittadino, gli interessi del settore e del Paese. Dobbiamo fare molta strada. E di questa strada l’agricoltura ha bisogno”.