Previsione stagionale
Come sarà il prossimo inverno in Italia? Quesito ciclicamente riproposto ogni anno al termine della stagione estiva e la risposta, pur solo relativamente affidabile, la si può trovare nell’ultimo RUN del modello di previsione stagionale della NASA. La proiezione climatica che andremo ad illustrare brevemente si basa su alcuni indici macro-climatici oggettivi quali l’ENSO, il QBO, il PDO e l’AMO.

Indici utilizzati di frequente nelle pubblicazioni meteorologiche di stampo scientifico, ma purtroppo non molto chiare alle utenze al di fuori dal settore fisico-climatico.

L’ENSO è il fenomeno ciclico più conosciuto con il nome di El Niño oppure la Niña che, a seconda del riscaldamento o del raffreddamento delle correnti dell’Oceano Pacifico, crea Alte o Basse pressioni in grado di condizionare il clima globale con ripetute inondazioni o prolungati periodi siccitosi.

La PDO e l’AMO corrispondono al “Pacific Decadal Oscillation” e al “Atlantic Multidecal Oscillation”, più semplicemente alle oscillazioni termiche che si hanno ciclicamente sull’Oceano Pacifico e sull’Oceano Atlantico.

Anche il QBO, ovvero il “Quasi Biennal Oscillation”, rappresenta un’oscillazione ciclica ben precisa della temperatura, ma in un contesto più globale.

Ciascun indice ha un proprio periodo di oscillazione, alcuni si possono trovare accoppiati alla circolazione atmosferica, mentre altri sono del tutto indipendenti.

Dalla singolare miscela che ogni anno va formandosi con i diversi fattori, è possibile tracciare una possibile previsione, unicamente su larga scala, di come potranno evolvere i prossimi mesi, ovvero la stagione invernale 2010-2011.

In dettaglio, troviamo in forte discesa l’indice ENSO, con relativa fase di Nina (riscaldamento del Pacifico) che potrebbe risultare molto forte per il mese di novembre (ed essendo un ciclo pluriannuale, risulterà presente anche nei prossimi due), in calo anche il PDO, che influenza più direttamente il clima sul continente americano, ma come l’ENSO, regola anche le sorti sul resto dell’emisfero, ed infine un QBO negativo ormai da circa un anno.

Marginalmente anche l’AMO, attualmente in processo d’inversione, presumibilmente negativo già dal prossimo inverno, potrà combinarsi positivamente ai precedenti fattori, creando i presupposti ideali per una stagione fredda al di sopra delle righe.

A confermare tutto questo, segnaliamo i modelli di previsione stagionale NASA, già con le precedenti emissioni del mese di settembre, ed ancora di più con le recenti emissioni di ottobre.

Il modello climatico mostra in particolare la persistenza di blocchi anticiclonici in Atlantico e sulle Isole Britanniche. Questa situazione, unita ad una depressione quasi permanente sul Basso Mediterraneo e sulle nostre Regioni meridionali, faciliterebbe persistenti correnti orientali gelide sulla nostra Penisola, come anche su tutto il Continente Europeo.

Favorite, in questo caso, le Regioni meridionali italiane ed il versante Adriatico della nostra Penisola, dove tuttavia il modello non prevede particolari anomalie precipitative, la neve non dovrebbe mancare, ma non sono previsti quantitativi molto diversi dalla norma stagionale. Il clima rigido potrebbe inoltre prolungarsi anche agli inizi della prossima stagione primaverile.

Viene sottolineato anche il futuro sviluppo di un robusto anticiclone sull’Alaska, cosa che favorirebbe un Inverno molto rigido anche sull’omonimo arcipelago e sul Canada, mentre sugli Stati Uniti si potrebbe vivere una stagione invernale abbastanza mite, in particolare sulle estese Pianure Centrali (come spesso capita in caso di Nina).

Concludendo, una breve previsione per i prossimi giorni<
Il vasto lago barico creatosi sul mediterraneo centrale è il diretto responsabile delle condizioni di maltempo che hanno colpito soprattutto il Sud in questi giorni. Estesa e vivace area ciclonica in contrapposizione con l’anticiclone attraccato sull’Europa, che ha garantito e riproporrà riparo da annuvolamenti minacciosi per i prossimi giorni alle regioni Settentrionali.

Il perno depressionario tenderà a restare quasi stazionario sulle Baleari fino al week-end, in quanto un cuneo anticiclonico più ad est tende inevitabilmente a rallentare il regolare movimento verso levante dei guasti ciclonici Atlantici.

Questo genere di circolazione sta consentendo una parziale spinta fredda sulla parte nord-orientale del Continente, con interessanti avvicinamenti di aria artica sulle aree scandinave settentrionali. Chiari segnali di un’imminente raffreddamento dell’emisfero Nord, l’inverno è quindi alle porte.