Il Centro ricerche per la frutticoltura del Creso ha ospitato nei giorni scorsi la visita di una delegazione di Addetti e Consiglieri agricoli di ambasciate in Roma, interessati ad approfondire la conoscenza della frutticoltura piemontese.

Il programma è stato organizzato dalla Regione Piemonte, in raccordo con il ministero delle Politiche agricole. Si tratta dei rappresentanti di undici nazioni: Austria, Danimarca, Estonia, Filippine, Francia, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Thailandia, Ungheria.

La frutticoltura piemontese è conosciuta per le sue tipicità, ma – lungi dal rinchiudersi in se stessa – affronta a viso aperto la concorrenza dei mercati più selettivi a livello internazionale.
Oltre il 60% della produzione di mele, actinidia e pesche è esportato nell’Unione europea e nei Paesi d’oltremare. La mela rossa Cuneo è apprezzata nel Medio come nell’Estremo-Oriente. L’80% delle nettarine e dei kiwi del Saluzzese sono esportati nel Nord-Europa e sui mercati emergenti dell’Est europeo.
Per competere su questi mercati sono necessarie qualità e organizzazione logistica. Il distretto agroindustriale della frutta fresca ha investito molto in tecnologia e innovazione.

Tanti i problemi affrontati nella visita dei diplomatici, a partire dalla armonizzazione delle normative dei diversi Paesi, soprattutto extra-Ue per il riconoscimento reciproco degli standard qualitativi.
Un più stretto rapporto con le ambasciate sarà di supporto all’immagine della frutta piemontese all’estero.

Le visite ai laboratori del Creso e la degustazione di nuovi tipi di mele raccolte direttamente dall’albero hanno dato la possibilità ai diplomatici di apprezzare dal vivo la qualità della frutta del Nord-est. Hanno avuto modo di vedere il dietro le quinte del suo successo internazionale, affacciandosi sul fitto lavoro di ricerca, innovazione e organizzazione.