Il punto della situazione
La parte avanzata di un’organizzata perturbazione Atlantica proveniente dalla Francia, ha colpito con funesta ira il ponente Ligure, provocando un alluvione lampo tra le provincie di Genova e Savona.
Si è trattato di un nubifragio, causato da estese formazioni torreggianti in grado di autorigenerarsi per ore e colpire ripetutamente le medesime zone. Parte di una perturbazione in successiva espansione tra le giornate di martedì e mercoledì a gran parte del Centro-Nord, in particolare sulle regioni della Toscana, Sardegna e Alto Lazio. Il fronte freddo dell’area depressionaria in questione, attraverserà quasi totalmente la penisola italiana, scontrandosi con aria piuttosto calda ed umida richiamata dal vecchio continente (d’origine Nord-Africana), apportando nell’area di convergenza piogge corpose ed intense.
Analisi
La presenza di correnti sciroccali sui bassi strati dell'atmosfera è in grado di apportare una grande quantità di aria fradicia, il combustibile ideale per le nubi precipitative autorigeneranti, dunque il fenomeno responsabile di questi scenari di maltempo estremo. Evento piuttosto frequente quando la giusta miscela di correnti al suolo, correnti in quota e conformazione orografica del territorio, interagiscono pericolosamente all’innalzamento di potenti strutture temporalesche, ancora più preoccupanti e serie quando le condizioni restando costanti per ore, consentendo al sistema di rigenerarsi e stazionare ripetutamente nello stesso areale.
L'attenzione in questi giorni è stata sicuramente rivolta all’alluvione avvenuta in Liguria, nella notte tra domenica e lunedì, ove i primi violentissimi nubifragi partiti dal savonese e arrivati fino al genovese, con l’esondazione di numerosi torrenti, hanno trasformato le vie in fiumi d’acqua, detriti e fango.
Rilevate punte di quasi 400 millimetri di pioggia, un quantitativo in grado di coprire quasi un terzo del precipitativo annuale. Accumuli che comunque vengono parzialmente previsti dai modelli previsionali, anche se resta difficile stabilire con precisione le quantità precipitative e l’esatto areale interessato. I principali centri meteorologici si aspettavano da 100 ai 200 millimetri di pioggia nell’arco di 24-36 ore, ma non in appena 3 ore come si è verificato in Liguria, continuando poi ad insistere apportando più del doppio del quantitativo atteso.
Evoluzione
Un vivace scontro tra masse d’aria piuttosto differenti produrrà una fase meteorologica molto movimentata sino a metà settimana: due differenti noccioli ciclonici (uno d’origine Artico e l’altro d’origine Atlantico) stringeranno un cuneo anticiclonico Nord-Africano sulla nostra Penisola.
Dapprima forti piogge caratterizzeranno il clima, mettendo in ginocchio soprattutto il Nord-Ovest, poi la perturbazione Atlantica verrà sostituita da una flebile Alta Pressione, che determinerà un generale miglioramento. Tuttavia l’aumento della temperature verrà limitato in parte da spifferi di aria fresca inviati dal nocciolo ciclonico Artico sull’Est Europeo.
Tendenza
Italia stretta nella morsa: un esile promontorio alto pressorio divide l'Atlantico e l'Artico. Nei prossimi giorni è necessario capire quale tipo di circolazione prevarrà e, dagli ultimi aggiornamenti modellistici, pare più avvantaggiato il nocciolo oceanico.
Un paio di giorni sereni prepareranno gli animi a vivere una fase decisamente instabile, le due depressioni tenderanno ad unirsi creando una vasta area minata sul Mediterraneo Centrale.
L’Italia verrà investita da correnti fresche Artiche, poi condizioni di generale variabilità condurranno il quadro meteorologico fino a metà mese.
Non è certo se sarà l’Atlantico (clima umido e fresco) a dire l’ultima per questa fase stagionale, potrebbe prendere il comando il nucleo freddo Artico ora sull’Est Europeo, apportando successivamente temperature molto più basse della norma stagionale.