Può apparire stravagante il percorso seguito dal legislatore europeo nel prendere le sue decisioni. Prima ha bocciato senza appello la proposta italiana di indicare nei prodotti agroalimentari l’origine degli ingredienti. Troppo complesso, troppo vincolante per gli scambi commerciali. Queste alcune delle motivazioni alla base del rifiuto. Poi si è arrovellato sul come indicare il contenuto in acidi grassi insaturi e saturi di Camembert e mozzarelle. E perché no, anche del vino. Alla fine ci si è accorti che il vino ha poco a che vedere coi grassi e si è soprasseduto. Ma si voleva anche mettere un bollino rosso sui cibi con nutrienti ritenuti “pericolosi”, grasso e sale, ad esempio. E il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma stavano rischiando di andarsene in giro per il mondo con un bel bollino rosso-pericolo. Come dire, non mangiatemi.

 

Sussurri e grida

Mentre il Parlamento europeo disquisiva di questi argomenti il problema pareva non preoccupare più di tanto. Ad alzare grida di dolore, puntualmente inascoltate o prese sotto gamba, solo gli addetti ai lavori, quelli che avevano capito l’importanza del problema. Silenzio o solo qualche “sussurro” su giornali e settimanali. Per non parlare dei grandi media televisivi, impossibile (con rare eccezioni) rubare spazio al gossip per occuparsi di queste “banalità” alimentari. Ma per fortuna c’è la Nutella. Anche lei a rischio con le nuove regole sui profili nutrizionali e finalmente tutti, ma proprio tutti i mezzi di comunicazione si sono accorti di cosa si stava decidendo a Strasburgo. E sono insorti a difesa del dolce alimento. Evviva! Ma ci si perdoni l’ardire di ritenere degni di uguale attenzione  il Grana Padano o il Gorgonzola, il Prosciutto di San Daniele o l’osannato lardo di Arnad, solo per fare qualche esempio.  Ma si sa, i problemi dell’agricoltura faticano a conquistare spazi sui media, quasi fossero  argomenti per soli addetti ai lavori. A questi ultimi, agli allevatori e agli agricoltori, non è però sfuggita l’importanza di quanto si sta decidendo, bollini a parte. Perché disquisendo della protezione del consumatore il legislatore europeo sta di fatto recuperando la proposta italiana di indicare in etichetta l’origine dei prodotti. E questa sì che è una buona notizia, anche se è presto per “cantare vittoria”. Bisognerà aspettare il parere del Consiglio dei ministri, poi si vedrà. Incrociamo le dita.