Dopo il maltempo delle scorse settimane, che ha provocato pesanti danni alle coltivazioni e alle strutture aziendali (oltre 300 milioni di euro), per le campagne è sempre emergenza ed è scattato il “pericolo gelate”.

La repentina discesa della colonnina di mercurio, specialmente nel Nord Italia, mette, infatti, a rischio le coltivazioni degli ortaggi a campo aperto; mentre pioggia, neve e smottamenti continuano ad avere conseguenze per l’agricoltura. Non sono, comunque, giustificate impennate dei prezzi per tutti i prodotti ortofrutticoli.

Lo sottolinea la Cia - Confederazione italiana agricoltori, che mostra evidente preoccupazione per il difficile momento del settore che già fa i conti con una crisi che non ha precedenti negli ultimi trent’anni, con costi produttivi e contributivi per le imprese sempre più opprimenti, con prezzi sui campi in continua caduta e con redditi dell’agricoltura in caduta libera (-25,3% nel 2009).

Con l’abbassamento delle temperature, la Cia rileva che sono a forte rischio soprattutto gli ortaggi (spinaci, finocchi, radicchio, cavolfiori, alcuni tipi di insalate e di cicoria, broccoli, carciofi, asparagi) e i fiori coltivati all’aperto o in serre non riscaldate.

Il freddo rigido sta facendo lievitare anche i consumi di gasolio agricolo, soprattutto per il riscaldamento delle serre e questo ha aumentato i già alti costi di produzione che sono costretti a sopportare gli agricoltori.

Per quanto concerne i prezzi, la Cia rileva che, nonostante le avverse condizioni atmosferiche, al momento non si segnalano rialzi alla produzione. Quindi, qualsiasi tipo di rincaro è ingiustificato e sarebbe alimentato soltanto da pure spinte speculative. 

Per la Cia, dunque, è quanto mai indispensabile attivare controlli che impediscano artificiose impennate dei prezzi, che andrebbero unicamente a danno dei consumatori e degli stessi agricoltori.