Questa volta il ruolo di protagonista dell’informazione agroalimentare se lo è aggiudicato la mozzarella di bufala Dop. Purtroppo in chiave negativa. Colpa di alcuni caseifici che hanno mescolato latte di vacca a quello di bufala. Operazione non ammessa come hanno raccontato molti quotidiani che negli ultimi giorni hanno dedicato ampio spazio all’argomento, a iniziare da “Avvenire” del 20 gennaio (che ha titolato “mozzarelle tarocche, salta il Consorzio), al “Corriere della Sera” (mozzarelle di bufala alterate, commissariato il Consorzio). Sull’argomento è tornato il giorno seguente “Il Sole 24 Ore” per commentare l’acceso dibattito che ne è seguito fra il ministero dell’Agricoltura e il Consorzio di tutela. Fra una polemica e l’altra, si è anche corso il rischio di aumentare la diffidenza dei consumatori, tanto che lo stesso ministro, come si legge su “La Padania” del 22 gennaio ha tenuto a precisare che la mozzarella in commercio può essere considerata supersicura. Per ribadire questo concetto si è rivelata utile la missione a Bruxelles, della quale riferisce “Il Mattino” del 24 gennaio, per promuovere la mozzarella e richiedere al contempo leggi appropriate per la tracciabilità. Una missione che era già programmata da tempo, ma che non poteva trovare occasione migliore…Ancora in tema di latte e formaggi va segnalato l’accordo raggiunto in Sardegna per il latte ovino, accordo come si legge su “Nuova Sardegna” del 20 gennaio, che registra però l’assenza della componente industriale. Nello stesso giorno dalle colonne del quotidiano cremonese “La Provincia” si apprende dei buoni risultati conseguiti dal gruppo Veronesi, leader nel settore mangimistico e ai vertici nella filiera zootecnica, dalla produzione al consumo.

 

Ogm sì, Ogm no

Non solo la mozzarella sulle pagine dei giornali, ma anche il rinfocolarsi delle discussioni sugli Ogm. Tutta colpa dell’annuncio che alla Conferenza Stato Regioni del 28 gennaio si discuterà delle linee guida sulla coesistenza fra colture tradizionali e colture geneticamente modificate. Un evento per il quale “Terra” del 21 gennaio usa toni apocalittici paventando il rischio di una invasione degli Ogm. Ancora una volta gli Ogm riescono a dividere le opinioni anche oltre il necessario… Poi arriva la decisione di rinviare la discussione sugli Ogm. ma dell'argomento si continua a parlare sul “Corriere della Sera” del 23 gennaio, e poi su “La Stampa” del giorno seguente. Al magazine di Repubblica, “Venerdì” in edicola il 22 gennaio è affidato il compito di ricordare i buoni prodotti della Penisola, prima salvati dal rischio di scomparsa e in seguito diventati risorsa economica per i territori ove si producono. Parlando di produzioni di qualità, “Italia Oggi” del 23 gennaio segnala il pericolo per la nostra produzione di nocciole che potrebbe giungere dalla decisione comunitaria di elevare il contenuto di aflatossine ammesso nella frutta a guscio.

 

Le altalene del mercato

I problemi dell’agricoltura non si fermano al contenuto di aflatossine o alla mozzarella che sembra un fior di latte, ma si allargano al mercato, alle politiche fiscali e a quelle del lavoro, come suggerisce la lettura dell’intervista che il presidente della Cia ha rilasciato a “Finanza e Mercati” del 22 gennaio. L’obiettivo è quello di ridurre i costi di produzione, ma resta anche la necessità di migliorare l’efficienza della filiera, come evidenzia una ricerca di Nomisma riportata in sintesi sulle colonne di “La Gazzetta Economia” del 23 gennaio. Sui costi che gravano nel percorso dal campo alla tavola interviene “Ore 12” del 20 gennaio, denunciando l’aumento che frutta e verdura subiscono durante i vari passaggi. A proposito di aumenti, ma di tutt’altro genere, “Il Resto del Carlino” del 25 gennaio ospita un articolo sul valore dei terreni, che dopo l’ondata di ribassi sta ora registrando una certa ripresa. Ancora in tema di aumenti c'è da segnalare la corsa verso l'alto del prezzo dello zucchero, argomento del quale si parla su “Italia Oggi” del 26 gennaio.