Alla fine l’assalto alla diligenza non lo si è evitato. Sulla Finanziaria 2010 si sono concentrate le attese e le pretese di ogni settore in difficoltà. E in questi tempi di crisi sono ben pochi i settori che possono dirsi al riparo. Ecco allora arrivare sulla Finanziaria una pioggia di richieste, tradotte in emendamenti presentati da ogni forza politica, Governo compreso. Tanto che allo scadere dei tempi un pezzo della Finanziaria la si è dovuta persino riscrivere, troppa altrimenti la confusione. Dentro ci si può trovare di tutto, dalla cedolare secca sugli affitti per la zona de L’Aquila, ai fondi per gli esuli giuliano-dalmati. Poi i grandi capitoli dei finanziamenti alle missioni internazionali di pace (750 milioni), il sostegno alle famiglie per l’acquisto dei testi scolastici (130 milioni), il fondo per l’Università (400 milioni), l’autotrasporto (400 milioni) e via elencando.
L’agricoltura si era ritrovata, come scriveva con efficacia il Manzoni, “come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”. Del Fondo di solidarietà, richiesto a gran voce, rimanevano solo le briciole, degli aiuti agli allevatori nemmeno a parlarne. Tutt’al più accontentarsi dei pochi denari in arrivo da Bruxelles (se ne parla anche su questo numero di Agronotizie). Poi le proteste nelle piazze, i trattori a bloccare strade e ferrovie, hanno fatto capire che le sofferenze dell’agricoltura non sono da meno di quelle di altri settori e qualcosa, finalmente, si è mossa.
L’iter
Ripercorriamo i punti chiave di questa “evoluzione”. Nella stesura iniziale la Finanziaria destinava all’agricoltura meno di 52 milioni di euro per finanziare il Fondo di solidarietà (dal quale si attinge per le assicurazioni agevolate) per il 2010. Con qualche “spicciolo” (16,7 milioni) per i due anni successivi. Pochi i soldi messi a disposizione e per di più presi dalle risorse della “Cassa per la proprietà contadina” (già assorbita da Ismea) che di fatto veniva smantellata. Con una mano si dava e con l’altra si toglieva. Tanto che la Cia ha preso posizione definendo la Finanziaria come una “scatola vuota” per l’agricoltura. Da parte di Confagricoltura giungeva poi l’allarme per l’esiguità delle cifre messe a disposizione, del tutto insufficienti alle finalità del Fondo di solidarietà. E mentre nelle piazze saliva la protesta dei campi, sono arrivati i primi emendamenti che hanno stabilito che il finanziamento al Fondo di solidarietà avvenisse non più attraverso la liquidazione della Cassa per la proprietà contadina, ma dai fondi Igrue (cofinanziamento misure comunitarie). Salva la “Cassa”, ma sempre insufficienti i soldi messi a disposizione. Tanto che Coldiretti, sino a quel momento “fuori dalla mischia” e assente dalle proteste di piazza, lasciava ad un suo comunicato il compito di bollare come insufficienti e ben lontani dagli impegni assunti dal Governo i fondi stanziati per l’agricoltura nella Finanziaria.
Arrivano gli emendamenti
Con tutto il mondo agricolo all’unisono (importante avere una sola voce, non ci stancheremo di scriverlo…) sono arrivati i primi emendamenti veri, quelli che contano. Per il fondo di solidarietà le cifre proposte hanno raggiunto prima i 250 milioni per poi salire e superare i 300 milioni. L'iter per l'approvazione della Finanziaria ha tenuto tutti con il fiato sospeso sino all'ultimo. Complice il “ponte” per la festività dell'8 dicembre, i lavori parlamentari sono proseguiti per tutta la notte del 6 dicembre, e solo all'alba di lunedì 7 dicembre la Commissione bilancio della Camera è riuscita ad esprimere un voto positivo al maxi-emendamento presentato dal relatore Massimo Corsaro (ma bloccando al contempo i 150 emendamenti dell'Opposizione). Ora non resta che attendere il via libera definitivo da parte della Camera, che giungerà nei prossimi giorni. Ecco intanto parte del testo del comma 48 bis che si occupa del Fondo di Solidarietà: “E’ disposto, in particolare, l’incremento a 120 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012 tramite una rimodulazione delle risorse finanziarie già previste a legislazione vigente per i contributi ai premi pagati dagli agricoltori per le assicurazioni. Alle medesima finalità di copertura delle polizze sono inoltre destinati 20 milioni di euro per ciascuno degli anni 2010, 2011 e 2012, attivabili nel contesto dell'organizzazione comune dei mercati del settore vino.” Il medesimo comma specifica che le disponibilità finanziarie destinate agli interventi assicurativi, possono essere utilizzate anche a copertura di fabbisogni relativi agli anni precedenti a quello di competenza senza oneri per il bilancio dello Stato.
Altre fonti di entrate
Queste disponibilità finanziarie si aggiungono a quelle già definite nella prima stesura e relative ai fondi Igrue, aumentate grazie ai meccanismi di cofinanziamento di altri 47,6 milioni (per un totale di 132,9 milioni). Vanno poi aggiunti altri 300 milioni presi dalle maggiori entrate ottenute con lo Scudo fiscale. Dunque un totale di oltre 850 milioni di euro (precisamente 877,2 milioni, fanno sapere dal Mipaaf) con i quali si dovrebbero mettere da parte le preoccupazioni sollevate in questi giorni dal mondo agricolo nei riguardi del Fondo Solidarietà. Ma non è finita qui. Il Cipe (Comitato interministeriale di programmazione economica) avrà a disposizione 100 milioni per sostenere i programmi che saranno individuati dal ministero dell'Agricoltura.
Ci sono poi 120,2 milioni di euro per le agevolazioni contributive ai datori di lavoro agricolo che operano in zone svantaggiate. Un aiuto, ma di “soli” 10 milioni, è destinato ai prodotti Dop a lunga stagionatura e ci sono anche 50 milioni per i progetti di ricerca di Cnr ed Enea. Gli interventi previsti dalla Finanziaria 2010 continuano poi con una serie di misure che vanno dagli aiuti per gli eventi atmosferici alla rinegoziazione dei mutui, raggiungendo nel complesso la cifra di 1 miliardo e 115 milioni di euro destinati al mondo agricolo e agroalimentare. Un risultato che il ministro Zaia ha salutato con soddisfazione e “che rappresenta - ha detto il ministro - la risposta alle richieste del mondo agricolo italiano.”
Progettare il futuro
Restano però aperti gli altri fronti di questa crisi ormai strutturale della nostra agricoltura. Torna allora alla mente la richiesta da tempo avanzata dalla Cia di una Conferenza nazionale dell'agricoltura, dove disegnare nuove strategie, dall'approccio ai mercati con un diverso rapporto fra filiere e distribuzione organizzata sino alla riduzione degli impegni burocratici che affossano sotto quintali di carte le aziende agricole. Una partita certo più difficile rispetto a quella, ormai vinta, del finanziamento del Fondo di solidarietà.