"Un largo consenso per l’eliminazione totale e rapida della fame”, è l'appello del direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ai leader mondiali in vista del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si terrà dal 16 al 18 novembre prossimo.
Nel suo discorso annuale per la Giornata mondiale dell’alimentazione, Diouf ha sollecitato i leader mondiali ad incrementare gli aiuti esteri allo sviluppo del 17%, il livello che avevano nel 1980, rispetto all’attuale 5%.
Il tema della Giornata di quest’anno è stato “Conseguire la sicurezza alimentare in tempi di crisi”.
Diouf ha poi detto che l’attuale crisi economia – che ha fatto salire il numero delle persone che soffrono la fame di 105 milioni - è “senza precedenti”, perché si è sommata alla crisi mondiale dei prezzi alimentari del 2008.
"L’ammontare di 44 miliardi di dollari di aiuti ufficiali allo sviluppo che dobbiamo dedicare allo sviluppo agricolo è molto poco se paragonato ai 365 miliardi di dollari spesi nel 2007 a sostegno delle agricoltura dei paesi ricchi, ai 1,340 miliardi che si spendono ogni anno nel mondo in armamenti ed alle migliaia di miliardi di dollari raccolti in breve tempo nel 2008-2009 per puntellare il settore finanziario”, ha aggiunto.
I paesi ricchi, i paesi in via di sviluppo e le istituzioni per gli aiuti devono tutti puntare su politiche che assistano l’oltre un miliardo di persone che soffrono la fame.
“Il sistema di governance della sicurezza alimentare mondiale è inefficiente e non è ben coordinato per riuscire ad affrontare la crisi alimentare e le nuove sfide che si dovranno affrontare in futuro. La riforma in corso della Commissione per la Sicurezza Alimentare rappresenta una reale opportunità pe renderla più efficace come base per un Partenariato mondiale su agricoltura e sicurezza alimentare”.
Nel suo messaggio Papa Benedetto XVI, che ha assicurato la sua partecipazione al Vertice di novembre, ha esortato “la comunità internazionale e le sue istituzioni ad intervenire in modo più appropriato e deciso”.
“E' mio auspicio che queste azioni favoriscano un tipo di cooperazione che protegga i metodi agricoli specifici di ciascuna regione e che eviti uno sconsiderato spreco di risorse naturali”, ha poi aggiunto nell’intervento letto da Mons. Renato Volante, osservatore permanente della Santa Sede presso la Fao.
“Un sesto della popolazione mondiale soffre la fame, certo la crisi globale è stata parziale causa dell’aumento delle persone denutrite al mondo ma non è la sola. Invito i Governi a concentrarsi sull’agricoltura e a designare politiche atte ad assicurare che in futuro ci sia cibo sufficiente per tutti". Lo ha detto il ministro delle Plitiche agricole Luca Zaia.
“Il mondo non può restare a guardare – ha continuato - disponiamo di mezzi tecnologici e di strumenti finanziari che permetterebbero la risoluzione dei problemi, oltre che di mezzi politici”.
“E' compito di tutti fare in modo che il problema della fame nel mondo venga risolto. Ad aprile – ha continuato Zaia - in conclusione del primo G8 agricolo, io ed i miei colleghi ministri dell’Agricoltura abbiamo concordato sull’urgente bisogno di aiutare i Paesi in via di sviluppo e in economia emergente ad espandere la produzione agricola e alimentare e ad aumentare gli investimenti in agricoltura, nell'agri-business e nello sviluppo rurale”. “Altro punto fermo del G8 agricolo – ha concluso - è la necessità di investire in politiche atte a ridurre gli sprechi e le perdite che avvengono lungo le filiere alimentari".
La crescita dell’agricoltura, della disponibilità di cibo e dei redditi degli agricoltori genera un incremento della domanda locale per beni e servizi non-agricoli. Tale processo può dare avvio ad un circolo virtuoso ed è una delle ragioni primarie per cui lo sviluppo del settore agricolo è fondamentale”. Così il presidente della
Cia - Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi.
”Davanti agli ultimi drammatici dati della Fao che parlano di oltre un miliardo di affamati nel mondo, non si può restare insensibili. Occorre avviare al più presto -ha sottolineato
Politi -
politiche e strategie che permettano di affrontare e vincere la sfida posta da fame e povertà, indirizzate soprattutto ad una adeguata crescita dell’agricoltura"
“C’è, dunque, la necessità - ha detto ancora
Politi -
di una politica internazionale realmente incisiva tesa a dare impulso e slancio al mondo agricolo. In questo contesto assume un’importanza cruciale l’azione delle organizzazioni agricole che possono dare forma ad una cooperazione in cui proprio lo sviluppo agricolo abbia un ruolo di primo piano e, nello stesso tempo, fare in modo che gli agricoltori siano coinvolti in modo diretto nelle strategie e politiche di carattere socio-economico”. “L’agricoltura - ha concluso -
ha un’importanza vitale nelle economie dei paesi in via di sviluppo, per cui, una crescita del settore si traduce in un sensibile sviluppo del sistema economico nel suo complesso".
L
’Istituto agronomico mediterraneo di Bari del Ciheam in collaborazione con la
Fondazione 'Osservatorio del Mediterraneo' e con il patrocinio del ministero italiano degli Affari esteri, in occasione della
Giornata mondiale dell’alimentazione 2009 e della chiusura dell’anno accademico 2008/2009, ha organizzato il workshop
“Conseguire la sicurezza alimentare in tempi di crisi: Impatto dei progetti di cooperazione internazionale sulla gestione sostenibile delle risorse naturali nel Mediterraneo”.
Secondo le ultime stime dell’Onu, la popolazione mondiale aumenterà dagli attuali 6,8 miliardi a 9,1 miliardi nel 2050: un terzo in più di persone da sfamare rispetto ad oggi. Tale crescita avverrà, quasi per intero, nei Paesi in via di sviluppo.
Conseguire la sicurezza alimentare in tempo di crisi è un imperativo doveroso dal punto di vista morale e improcrastinabile dal punto di vista socio-economico, nella convinzione che, per combattere la fame nel mondo, aggravata dalla crisi economico-finanziaria mondiale, sia indispensabile il coinvolgimento e la cooperazione dell’intera comunità internazionale.