'Anche l’agricoltura deve trovare la giusta attenzione nel prossimo vertice dei ‘grandi’ che si terra a L’Aquila. Il drammatico problema della fame, che coinvolge ormai più di un miliardo di persone, le ripetute tensioni che si sono avute nei mercati delle materie prime alimentari  e l’esigenza di politiche equilibrate e di nuovi accordi commerciali nell’ambito della Wto impongono impegni certi e soprattutto atti concreti. Attendiamo, quindi, risposte valide. Sono questioni drammatiche che non possono essere ulteriormente eluse'.
Lo ha affermato il presidente della Cia Giuseppe Politi in vista dell'ormai imminente 'G-8', che si svolgerà dall’8 al 10 luglio nel capoluogo abruzzese preceduto da una serie di summit a Roma.
'Nostro auspicio', ha aggiunto Politi, 'è che nei lavori a L’Aquila possa trovare piena accoglienza l’accordo scaturito, nell’aprile scorso, dal ‘G-8 agricolo’ di Cison di Valmarino (Treviso),  il cui documento conclusivo racchiude anche alcune precise indicazioni venute dal ‘G-14’ degli agricoltori, che si è svolto, sempre in aprile, su iniziativa della Fipa (Federazione internazionale dei produttori agricoli) e della Cia. Prima fra tutte, quella di mettere l’agricoltura al centro delle strategie per battere la fame e contrastare qualsiasi emergenza alimentare'.
'In occasione del ‘G-8’ agricolo, la Cia e la Fipa', ha ricordato il presidente confederale, 'inviarono una ‘lettera aperta’ nella quale si evidenziava l’esigenza di raddoppiare entro il 2050 la disponibilità alimentare mondiale per soddisfare i bisogni di una popolazione di 9 miliardi di persone. Un obiettivo che richiede un piano d’azione globale di lungo periodo, dove proprio gli agricoltori svolgono un ruolo centrale e protagonista. Sono, infatti, essi che coltivano, si occupano degli allevamenti, gestiscono i terreni e salvaguardano le risorse industriali. Dunque, non ci può essere sicurezza alimentare senza sicurezza degli agricoltori'.