'E' scandaloso che il dimezzamento del prezzo del grano dall'inizio dell'anno, oltre ad aver provocato una situazione drammatica nelle campagne dove non si riescono a coprire i costi della coltivazione (+61% per i concimi), non abbia portato alcun beneficio ai consumatori di pasta che continua ad aumentare in modo vertiginoso sia a livello tendenziale (+29,8%) che congiunturale (+0,3%) in controtendenza con l'andamento generale'. E' quanto afferma la Coldiretti che, in occasione della divulgazione dei dati Istat sull'inflazione a novembre, sottolinea che per effetto dei rincari, gli italiani spenderanno solo per l'acquisto di pane, pasta e derivati dei cereali 3,4 miliardi in piu' nel 2008, per un valore di circa 140 euro per famiglia.
Con il crollo delle quotazioni del grano a valori più bassi di 20 anni fa si è spaventosamente allargata, denuncia la Coldiretti, la forbice dei prezzi dal campo alla tavola con il prezzo pagato agli agricoltori per il grano duro che è sceso attorno a 0,22 euro al chilo, mentre quello della pasta è salito a 1,6 euro al chilo, secondo il servizio Sms consumatori del Mipaaf.
'E' necessario', sostiene la Coldiretti, 'intervenire sulla trasparenza nel percorso che porta il prodotto dal campo alla tavola sia sui prezzi che sull'origine del prodotto per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli. In questa direzione è importante', conclude la Coldiretti, 'che l’Antitrust faccia chiarezza con la conclusione dell'istruttoria avviata nel novembre del 2007 per verificare 'possibili intese restrittive della concorrenza' la cui chiusura è stata prorogata al 26 febbraio'.
Anche la Cia (Confederazione italiana agricoltori) fa il punto della situazione sull'inflazione corrente: 'I rincari dei prezzi alimentari (+4,7% a novembre) svuotano il carrello della spesa e per gli italiani a tavola si chiude un 2008 con il segno negativo. I consumi, secondo le prime stime, dovrebbero diminuire del 3,5% rispetto al 2007; mentre la spesa mensile, in termini monetari, dovrebbe crescere del 2,6% (482 euro contro i 470 euro del 2007)'.
La Cia ricorda, comunque, che i prezzi agricoli alla produzione ad ottobre scorso sono diminuiti del 6,8% rispetto allo stesso periodo del 2007. Un eguale andamento, purtroppo, non si è avuto nei vari passaggi della filiera e così i prodotti alimentari non hanno avuto, al dettaglio, la tanto attesa flessione. Si registrano lievi correzioni al ribasso: si è passati dal più 5,2% di ottobre al più 4,7% di novembre. Troppo poco. I listini, nel complesso, hanno mantenuto livelli eccessivamente alti e alcune quotazioni non trovano alcuna giustificazione.