Ancora quote latte e ancora multe. Sono loro le protagoniste delle notizie agroalimentari rimbalzate sulle pagine dei giornali all'indomani della comunicazione da parte di Bruxelles dei dati produttivi della trascorsa campagna lattiero casearia. E per gli allevatori italiani è una batosta da oltre 160 milioni di euro. Multa iniqua date le nuove condizioni di mercato come sottolinea “Italia Oggi ” del 14 ottobre dando voce alle tesi sostenute da Assolatte, l'associazione delle industrie lattiere. La pensa allo stesso modo anche il ministro Zaia che dalle colonne de “La Stampa” annuncia che a breve illustrerà un piano per risolvere definitivamente il problema. Speriamo. 

E di quote si era già parlato a inizio settimana, quando sul “Giornale di Brescia” del 12 ottobre  si davano le prime anticipazioni sul parere della commissione Agricoltura al Parlamento Europeo, purtroppo contrario alle richieste di aumento fatte dall'Italia.

 

La crisi del Parmigiano Reggiano

Prima ancora delle multe è stato il Parmigiano Reggiano ad occupare le pagine dei giornali. Colpa della crisi che si è abbattuta su questo formaggio. E' “Il Sole 24 Ore” dell'11 ottobre a fare il punto della situazione anticipando che per risollevare il prezzo si pensa anche al ritiro di 100mila forme dal mercato. Parmigiano Reggiano protagonista anche di alcune polemiche (inutili) come riporta “Il resto del Carlino”. In seguito è il “Corriere della Sera” a fare un resoconto delle strategie messe a punto per risollevare le sorti del “Re” dei formaggi e del Grana Padano, che sta vivendo una crisi analoga a quella del suo “cugino”. Altri dettagli arrivano il 16 ottobre da “Il Sole 24 Ore” con un articolo a firma di Massimo Agostini  che illustra gli aspetti economici del piano di sostegno messo a punto per i formaggi grana.

 

Lo scenario economico

Dopo i molti problemi del latte, inducono all'ottimismo le notizie sulla crescita del numero di aziende agricole in attività, una crescita dovuta soprattutto all'ingresso di giovani come riporta “E Polis” del 14 ottobre. Notizie negative arrivano invece dai mercati, con i prezzi che mediamente sono scesi del 6,5% come si può leggere su “Il Sole 24 Ore” dell'11 ottobre che riporta gli ultimi dati elaborati da Ismea. E mentre i prezzi scendono i costi salgono, con una crescita che per le colture è destinata a salire anche del 70% secondo gli studi condotti da Agrofarma e pubblicati su “Italia Oggi” dell'11 ottobre. Un aumento dei costi che sta mettendo a rischio le semine del mais, un allarme che arriva da Federico Vecchioni, presidente di Confagricoltura, riportato su “La Stampa” del 12 ottobre. L'aumento dei costi di produzione preoccupa anche Fedagri  che sollecita dalle colonne di “Finanza e Mercati” del 14 ottobre una politica agricola che tenga conto di queste aumentate difficoltà per il settore agricolo.

 

Il cibo protagonista

In questa settimana si è celebrata anche la giornata mondiale dell’alimentazione, in occasione della quale il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, ha rilanciato l’allarme di un aumento della fame nel mondo se gli Stati non manterranno l’impegno ad un maggiore sostegno allo sviluppo dell’agricoltura. E’ questo, in sintesi, quanto si può leggere su “Avvenire” del 16 ottobre. Mentre a Roma si discute della fame nel mondo, da Bruxelles arrivano le indicazioni su come interpretare la qualità dei prodotti alimentari. Se ne parla all’interno del Libro Verde” che come spiega “Italia Oggi” del 16 ottobre si occuperà di esaminare le norme e i programmi per l’etichettatura e la certificazione dei prodotti a marchio di origine. Se da una parte si insiste con le politiche per la qualità dall’altra si fa notare l’attività di controllo che ha portato alla scoperta anche in Italia di latte cinese alla melamina. Merito del blitz del Corpo Forestale dello Stato, operazione della quale si occupano molti giornali del 17 ottobre, dal  “Corriere della Sera” a “Il Sole 24 Ore”, sino a “Repubblica”, che nello stesso giorno ospita un servizio sugli scandali alimentari degli ultimi mesi. Tanto per non dimenticarcene nessuno.