'L'unica certezza, ad oggi, è che l'origine del danno sia dovuta all'interazione di più fattori'. Secondo Confagricoltura, il problema è complesso. Il punto di vista dell'associazione: 'Tutela del patrimonio apistico ai fini della conservazione dell'ambiente naturale, dell'ecosistema e dello stesso buon esito dell'attività agricola e conferma dell'impegno degli agricoltori ad utilizzare gli agrofarmaci nel rispetto di questi obiettivi'. L'Organizzazione degli imprenditori agricoli sostiene che non esistano ancora evidenze scientifiche univoche e chiare che riconducano ai concianti neonicotinoidi tutta o parte della responsabilità della moria delle api, mentre esistono evidenti riscontri del miglioramento che essi hanno apportato in termini di protezione del mais, garantendo elevate produzioni e di qualità.

'Occorre quindi - ha detto Confagricoltura - trovare una soluzione equilibrata, che tenga conto delle esigenze dei vari comparti attraverso l'elaborazione di un vero e proprio piano di azione, basato anche sulle esperienze degli altri Paesi europei che hanno già affrontato la questione'. In primo luogo l'Organizzazione chiede di contenere al minimo la sospensione dei prodotti, visto che le emissioni di polveri all'atto della semina del mais conciato, problema individuato come causa della moria delle api, possono essere drasticamente ridotte con interventi tecnici immediatamente applicabili sulle seminatrici pneumatiche, comprese quelle già in uso presso le aziende agricole ed agromeccaniche.

E' possibile inoltre fornire alle ditte sementiere, in poco tempo, precise istruzioni - attraverso disciplinari da adottare in via obbligatoria - dirette ad abbattere ulteriormente la polverosità del seme conciato. In tal modo il prossimo anno si potrà verificare concretamente l'efficacia delle azioni messe in atto per limitare i rischi potenziali dell'uso di tali prodotti.

In linea con gli accorgimenti tecnici proposti dall'associazione di agricoltori è l'Ais, Associazione italiana sementi, che sottolinea come la norma approvata non abbia preso in considerazione alcuni casi specifici.

"L'esempio particolare della concia della bietola da zucchero, dove il principio chimico viene inglobato all'interno della confettatura che avvolge tutto il seme, senza rischio di diffusione di polveri durante la semina, dimostra la superficialità con cui è stata decisa la sospensione. Poi la bietola da zucchero - spiega Marco Nardi, direttore di AIS - è una specie biennale, che fiorisce nel secondo ciclo annuale e che non è ricercata dalle api".

'In ogni caso' - commenta infine Confagricoltura - 'andranno attivati ulteriori approfondimenti scientifici volti ad individuare le possibili cause di moria delle api. A cominciare dai prodotti utilizzati nella cura delle loro malattie.'

 

Le api, il mais e la sospensione dei neonicotinoidi

La coltura del mais in Italia ha raggiunto un elevatissimo grado di specializzazione, per soddisfare i fabbisogni alimentari delle locali filiere zootecniche. A conferma del legame tra maiscoltura e zootecnia nazionale, basti considerare che, nelle 5 regioni settentrionali, insieme al 92% del mais prodotto, si concentra la produzione del 75% della carne suina, del 73% di quelle avicole, del 79% di quella bovina, del 73% del latte.

Analizzando questi dati, Agrofarma ipotizza che le disposizioni in vigore potranno avere 'un effetto negativo indiretto sulle produzioni zootecniche nazionali e sulle produzioni tipiche (DOP) italiane di origine animale di maggiore notorietà, pregio e rilievo economico, per la forte dipendenza di queste filiere dalle produzioni maidicole locali.'

'Il prezzo di questa inutile sospensione' continua Agrofarma 'si scarica quindi tutto su imprese agricole e consumatori. Da non trascurare l'impatto negativo anche sulle imprese degli agrofarmaci che vedrebbero vanificati sulla base di impressioni non dimostrate da evidenze scientifiche i notevoli investimenti in ricerca e sviluppo volti a fornire all'imprenditore agricolo molecole sempre più sicure per l'uomo e l'ambiente.'

La concia delle sementi è una pratica indispensabile per avere produzioni sane e sostenibili, così come è fondamentale il ruolo delle api e dell'apicoltura. La possibilità di far coesistere le due attività esiste ed è correlata dal lato agricolo dalla normale valutazione del rischio nella fase di autorizzazione degli agrofarmaci e non da ultimo dall'adozione di misure di mitigazione che consentano di ridurre al minimo l'emissione di polveri durante la semina; dal lato dell'apicoltura da un costante aumento della professionalità degli operatori del settore. La coesistenza tra agricoltura e apicoltura è dunque una necessità per l'intera filiera agricola, questa si può raggiungere attraverso un confronto sereno e costruttivo che veda coinvolta l'interezza della rappresentatività agricola. La comunità scientifica sostiene da tempo che sono molteplici le cause della moria delle api. Già nel 2002 importanti rappresentanti della comunità scientifica internazionale avevano indicato in una pluralità di fattori le cause dei problemi nell'ambito dell'apicoltura (sintesi nell'atto conclusivo della giornata di studio tenutasi durante l'VIII Simposio Internazionale sul Rischio Pesticidi per le Api). Il documento indica chiaramente che la causa della moria delle api va ricercata in un complesso concorso di fattori come malattie, Varroa, cause ambientali, ecc.

Anche nel convegno organizzato nel gennaio 2008 da APAT (Agenzia del Ministero dell'Ambiente) è stato precisato che esistono numerose cause possibili della moria delle api, quali ad esempio la recrudescenza degli attacchi di acari, virus e batteri, i cambiamenti climatici. Questi fattori sono oggetto di una ormai nutrita bibliografia scientifica.

 

  • Cambiamenti climatici
    Istituto di ricerca sulle api tropicali, dipartimento di biologia, Università di Utrecht, Paesi Bassi - Marinus Jan Sommeijer
  • Carenza di polline
    Università di Plymouth (Inghilterra) e Poitiers (Francia) - Dr. Mick Hanley
  • Acari e Virus
    DJF-Aarhus Universitet (Centro di Ricerche agricole Danese) - P. Kryger, SL Nielsen, L M Hansen, M. Nikolaisen
    Centro ricerche apistiche di Berna - Dottor Peter Neumann coordinatore Europeo del progetto di ricerca COLOSSOS sulla CCD (Colony Collapse Disorder) 
  • Non idonee pratiche apistiche
    Centro di Referenza Nazionale per l'Apicoltura - Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - Albino Gallena, Franco Muttinelli
  • Terminali mobili
    Università di Landau, Germania - Dr Jochen Kuhn - Molteplici studi di monitoraggio organizzati e condotti su base scientifica dalle Autorità competenti nei diversi Paesi europei ed extraeuropei, non hanno infatti evidenziato un nesso di causa effetto tra l'impiego di agrofarmaci insetticidi concianti e lo spopolamento degli alveari, in particolare:

Ulteriori riferimenti:

Francia: AFSSA - Agenzia Francese per la Sicurezza degli Alimenti; Aubert, Faucon, Chauzat, Martel; 2002 - 2005 e 2006

Germania: Centro Federale per la Ricerca delle Api, Germania; Rosenkranz, von der Ohe, Mühlen, Otten, Büchler; 2004 - 2009

Italia: Monitoraggio in Italia di fenomeni di spopolamento e di mortalità delle api in areali a diversa destinazione agricola (Istituto Nazionale Apicoltura e Istituto Zooprofilattico delle Venezie, 2005 e 2006)

Altri paesi: Risultati analoghi sono stati ottenuti in monitoraggi nazionali condotti da organismi indipendenti in Belgio (2004-2006), Canada (2001-2003) e Stati Uniti (2006-2007).

 

Foto di david.nikonvscanon