A leggere i giornali di questi ultimi sette giorni si cade inesorabilmente in uno stato di “ansia alimentare”, tanti sarebbero gli alimenti contraffatti, i cibi scaduti, le partite di latte realizzate con la colla e altre “amenità” simili. Il via all’allarme lo dà “La Padania” del 13 settembre riportando i dati emersi da un incontro che si è svolto ad Asiago sul tema delle frodi  agroalimenatri, dove si parla di “situazione estremamente preoccupante”. A mettere benzina sul fuoco arriva anche  un indagine del  Censis riportata su “La Repubblica” dello stesso giorno con un titolo che strilla “Troppe incertezze, ora il cibo fa paura”. Non è da meno “Liberazione” del 14 settembre. Emblematico il titolo: “veleni e tossine nel piatto. Resta solo il biologico”. Se l’obiettivo è quello di terrorizzare il consumatore (ma perché?) il risultato è assicurato.

Per fortuna arriva “Il Sole 24 Ore” ad abbassare i toni con un articolo  a firma di Annamaria Capparelli nel quale si dà conto degli esiti di una recente indagine di Legambiente e Movimento difesa dei consumatori che mette in evidenza la buona rete di controlli che consente di evitare che sul tavolo dei consumatori giungano prodotti dannosi. Anche “Avvenire” è sulla stessa lunghezza d’onda e dalle sue colonne ci dice che da “Salmonella e coloranti ci salvano i controlli”. Evviva.

Come se non bastasse, dalla Cina arriva a metà settimana anche l’allarme “latte-alla-colla” del quale si occupano con enfasi molti giornali fra i quali “Il Resto del Carlino” e “La Repubblica”. E non importa se questa volta l’allarme alimentare è distante dall’Italia migliaia di chilometri, i giornali continuano ad occuparsene per tutta la settimana dando all’episodio grande risalto. E’ il caso di “Avvenire” del 19 settembre che titola “Latte, scandalo infinito”. E se non si va oltre nella lettura pare quasi che il problema non riguardi Pechino, ma lo Stivale. Conclude la settimana di allarmi “L’Espresso” in edicola il 19 settembre che in tema di frodi denuncia quanto sarebbe avvenuto in Piemonte per ingenti partite di vino adulterato.

 

Farmers market

Un po’ di spazio alle notizie positive arriva per fortuna dall’iniziativa targata Coldiretti di portare i prodotti dei campi direttamente in città. Si parte da Milano dove ogni mercoledì una ventina di bancarelle gestite direttamente dagli agricoltori metteranno in vendita i propri prodotti. Ne parla diffusamente “Il Giornale” del 15 settembre dando ampio spazio a questa idea salutata come la risposta al “caro spesa”. Forse peccando di eccessivo ottimismo. E’ “Il Giorno” del 17 settembre a fare un primo resoconto, con molti spunti critici, dell’esito di questo primo tentativo di portare la campagna in città. Senza appello il giudizio espresso da “Il Giornale” del 18 settembre che parla di “Bluff dei mercati contadini”.

E in settimana va in scena anche lo sciopero del pane e della spesa, indetto per giovedì 18 settembre. Un buco nell’acqua a giudizio de “Il Mattino” del giorno seguente, che definisce l’iniziativa un “flop”, mentre “Il Giornale di Brescia” titola con efficacia “Più protesta che sciopero”.

 

Gli studi e le proposte

Fra scandali  veri e presunti e iniziative di marketing che a quanto pare non sono condivise da tutti, si fanno strada anche informazioni positive, come l’invito lanciato al presidente francese Sarkosy  da parte di 320 studiosi di tutto il mondo di realizzare un “inventario” dei cibi, una sorta di “banca alimentare”, come riporta “La Stampa” del 16 settembre, in grado di scongiurare il rischio che un qualche prodotto possa andare incontro ad estinzione. Gli fa da contraltare la notizia apparsa su “L’Unità” del 18 settembre che commenta  il monito della Fao sull’aumento del numero di persone che nel mondo soffrono la fame, cresciute in un anno di 75 milioni.

Fra le notizie a metà strada fra la curiosità e la scienza, ecco lo studio presentato dalle colonne de “Il Sole 24 Ore” sui progressi della genetica vegetale. Progressi che consentirebbero di ottenere domani (questa è la speranza) pomodori quadrati la cui forma ottimizza gli spazi per le celle frigo e per il trasporto, come pure frutti migliori e capaci di conservarsi più a lungo.

 

L’olio con l’etichetta

E’ del 18 settembre la notizia che per l’olio italiano è arrivato il via libera da Bruxelles (finalmente) di indicare sulle etichette la provenienza. Un passo avanti per la trasparenza in questo settore che vede l’Italia ai primi posti per produzione e consumo. Un argomento del quale si sono occupati numerosi giornali da “Avvenire” a “Il Sole 24 Ore"