'Siamo contrari alla scellerata proposta che verrà discussa il prossimo 21 luglio sull’abbattimento dei dazi doganali. Difendiamo la posizione italiana in sede europea. Non siamo antieuropeisti ma siamo convinti che i mercati vadano difesi fino in fondo'. Questa la posizione del ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, durante la presentazione dello studio del Consorzio del Prosciutto di San Daniele, commissionato a Ernst&Young e presentato oggi al Mipaaf.
In Italia i prodotti Dop-Igp sono 171, confermando il nostro Paese ai primi posti in Europa. Molte denominazioni sono state assegnate ai vini italiani: 316 i Doc, 38 i Docg e 118 gli Igt. Tra i marchi Dop rientra anche il prosciutto di San Daniele. Il consorzio è nato nel 1961 e comprende tutti i produttori oltre che essere il detentore del disciplinare. Lo studio di Ernst & Young analizza il marchio secondo due parametri: il metodo dei risultati differenziali e quello del relief from royalties.
Il risultato dell’analisi, la prima di questo tipo realizzata in Italia, fissa il valore intorno ai 200 milioni di euro. 'Un valore che va oltre i numeri e i dati', ha detto il ministro. 'I marchi Dop rappresentano le eccellenze del patrimonio agroalimentare italiano. Sono un esempio dell’agricoltura di qualità dei nostri territori, contribuiscono a rendere grande il made in Italy nel mondo. Dietro ogni denominazione c’è la storia di un territorio, di un’identità, il sacrificio di molte persone. Il marchio del prosciutto di San Daniele ne è un esempio'.
Riferendosi poi al risultato della ricerca, Zaia ha continuato: 'Veniamo da un territorio formato da piccole e medie imprese, dove il primo consumatore è il produttore. Per questo se vogliamo salvare la nostra produzione dobbiamo giocare una grande partita in Europa, a partire dalla chiusura entro novembre delll’Health check. Fra le battaglie che stiamo conducendo in sede europea, rientrano la regionalizzazione dei contributi, la rimodulazione e le quote latte'.
'La grande sfida', ha concluso il ministro, 'è riportare la produzione al centro dell’attenzione. Prima si ragionava in termini di eccedenze, oggi invece siamo costretti a parlare di carenze. Stiamo affrontando anche l’emergenza della filiera suinicola: un chilo di carne costa poco più un caffè. Salvaguardare i prodotti locali aiuta non solo il territorio ma tutta la nazione. Non a caso il San Daniele è uno dei simboli del made in Italy'.