'Contrastare il protezionismo nascosto; registro multilaterale sulle denominazioni geografiche e difesa del Made in Italy dalle contraffazioni e dall'uso illegittimo di marchi; origine territoriale e tracciabilità del prodotto', sono queste le tre priorità che la Cia (Confederazione italiana agricoltori) ritiene essenziali per valorizzare le produzioni del nostro agroalimentare nel negoziato commerciale della Wto e per questo motivo il presidente Giuseppe Politi esprime apprezzamento per la posizione negativa espressa dal ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia nei confronti del documento presentato dall'ambasciatore neozelandese Crawford Falconer, presidente del gruppo negoziale agricolo.
'Un documento', afferma Politi, 'sul quale non si può che avere un giudizio critico in quanto emergono proposte che vanno a penalizzare esclusivamente l'agricoltura europea alla quale si continua a chiedere solo sacrifici. Oltretutto, Falconer non parla per nulla di indicazioni geografiche e questo un elemento che non possiamo assolutamente accettare'.
Non solo. Falconer ha inserito tra i prodotti tropicali anche quelli propri della nostra agricoltura come arance, limoni, mandarini, fiori recisi, patate, cipolle, peperoni, cocomeri, meloni e cinque categorie di riso. Una proposta sulla quale la Cia esprime tutta la sua contrarietà e dà pieno sostegno all'azione che il ministro Zaia intende portare avanti in sede di negoziato Wto.
'Per tale motivo, è nostro auspicio', sottolinea la Cia, 'è che il prossimo documento contenga considerazioni sulle indicazioni geografiche, pur sapendo che Falconer ha sempre espresso perplessità e scetticismo sul  positivo esito su questo particolare tema, affermando di non intravedere sviluppi rispetto all’attuale situazione. Per il mondo agricolo italiano la difesa multilaterale delle indicazioni d'origine è, una  questione di centrale interesse, che', rimarca la Cia, 'deve essere considerata parte integrante del miglioramento  dell’accesso al mercato in agricoltura'.