Dieci giorni densi di avvenimenti quelli che vanno dal 29 aprile al 9 maggio per il mondo agroalimentare, che ha visto la stampa quotidiana e periodica dedicare ampi spazi agli argomenti dell'agricoltura e della alimentazione. Di spessore, anche per l'approfondimento che vi si trova, l'articolo pubblicato su Panorama in edicola il primo maggio (ma con data 7 maggio) dal titolo "La battaglia del grano". Vi si commentano le "grandi manovre" che dietro al principe dei cereali si stanno svolgendo in tutto il mondo, dove le armi messe in campo sono dazi, barriere doganali blocchi delle esportazioni. E il risultato è sotto gli occhi di tutti. Cresce a livello internazionale il prezzo del grano e aumenta nel Mondo lo spettro della fame. E la colpa non è dei biocombustibili, ancora di là da venire.

Non poteva mancare la "risposta" dell'Espresso che una settimana dopo (con il numero in edicola il 9 maggio) ha voluto fare i conti in tasca a chi produce grano, "colpevole" di guadagnare assai più di prima. L'articolo, intitolato con efficacia  "Più che grano sembra oro", a firma di Roberta Carlini e Vittorio Malaguti, si sofferma in particolare sulle grandi aziende agricole di proprietà di gruppi industriali o di società finanziarie. Fra gli esempi citati le aziende delle Bonifiche Ferraresi che fanno capo alla Banca d'Italia e quelle a cui vertici figurano imprenditori di spicco come Benetton. Una sola nota. Forse siamo stati lettori disattenti, ma ci è parso che ci si sia dimenticati di ricordare che il prezzo del grano era fermo da oltre 15 anni…

 

Si discute del Wto

In questo scenario si cala l'incontro del Wto (world trade organisation, l'organizzazione mondiale dei commerci) che si è riunita in questi giorni a Ginevra per continuare a mettere le basi sui prossimi negoziati internazionali che si terranno entro estate e che coinvolgeranno 152 paesi. Un incontro difficile quello che si è svolto a Ginevra, come descritto con efficacia sulle pagine del Corriere della Sera dell'8 maggio sotto al titolo "Crisi alimentare, scontro al Wto". Interessanti i commenti attribuiti al direttore del Wto, Pascal Lamy, che afferma "da economista penso che porre ostacoli all'export delle derrate alimentari faccia salire i prezzi e distorca il mercato. Da politico, lo farei anch'io". Un articolo interessante del quale consigliamo la lettura per comprendere i meccanismi che regolano le tensioni sui mercati internazionali.

 

Emergenze alimentari

Ma torniamo a "casa nostra" dove negli ultimi giorni si sono concluse due importanti manifestazioni fieristiche, Cibus a Parma e la Fiera internazionale dell'agricoltura di Foggia. Ne riferiamo in dettaglio anche in questo numero di Agronotizie, ma ci piace ricordare come da  questi eventi abbiano preso spunto molti approfondimenti che hanno trovato spazio sulla stampa degli ultimi giorni. Uno per tutti, l'articolo a firma Nicola Dante Basile dal titolo "Cibo sicuro, impegno prioritario" pubblicato sulle pagine de Il sole 24 Ore del 7 maggio.

Un tema quello della sicurezza e delle emergenze alimentari che ha "tenuto banco" anche in questi giorni. Interessante a questo proposito la lettura dell' articolo pubblicato nelle pagine di Affari & Finanza de La Repubblica, con il titolo "Tra bufale e Brunello l'alimentare rischia una crisi di identità".

 

Il nuovo ministro

La settimana si è conclusa con la ghiotta notizia della nomina nel nuovo ministro dell'Agricoltura, Luca Zaia. Molti i giornali che ne hanno parlato con approfondimenti o con interviste al neo inquilino di via XX Settembre. Ecco qualche titolo: "Zaia, valorizzeremo Veneto e agricoltura" come scrive Libero ricordando che Zaia sarà disposto a "battere i pugni sul tavolo", quello ovviamente delle trattative che si svolgono a ripetizione a Bruxelles per decidere dei destini dell'agricoltura. E poi Il Giornale che titola "Zaia, all'Agricoltura mi sporcherò le scarpe di terra", a sottolineare il carattere "pratico" del neo-ministro.

E che ci sia curiosità sul nuovo corso del ministero è innegabile. Presto però per esprimere opinioni. Non mancheranno al nuovo ministro le occasioni per dimostrare le sue capacità o i suoi limiti. Intanto non resta che augurargli, sinceramente, buon lavoro.