Ognuno di noi ha uno smartphone in tasca e alcune app, come ad esempio WhatsApp, sono onnipresenti. I cellulari sono diventati un'estensione del nostro corpo che viene utilizzata per diverse ore al giorno, sia per questioni di lavoro che per svago. Oltre tre italiani su quattro possiedono uno smartphone e anche gli agricoltori più refrattari alla tecnologia ne hanno uno.
Disponibili sui principali store, come IOS e Android, ci sono anche numerose app che possono essere utili al lavoro dei tecnici di campo. Per capire quali sono quelle più utilizzate abbiamo intervistato venti agronomi, dalla Sicilia al Trentino, sia liberi professionisti che dipendenti di Op o consorzi, ma anche titolari di aziende agricole. Ecco cosa abbiamo scoperto.
Meteo e GIS in pole position
Un fattore che accomuna molti tecnici è il fatto di usare un numero limitatissimo di app. Nella maggioranza dei casi le uniche ad essere consultate sono quelle del meteo. Generiche, come IlMeteo.it o 3B Meteo, oppure legate ai produttori di centraline meteorologiche. Controllare le previsioni del tempo si rivela essere l'attività più frequente online poiché, come ben sappiamo, la crescita, la sanità e le attività colturali in campo sono strettamente legate all'andamento del meteo.
Su questo fronte molti tecnici non si fidano di una sola app, ma ne hanno almeno un paio e controllano assiduamente i valori registrati dalle capannine sparse sul territorio. Inoltre, emerge un buon grado di soddisfazione circa l'accuratezza delle previsioni, anche se a breve termine (circa tre giorni).
La seconda categoria di app più utilizzate riguarda i GIS, Geographic Information System, tutti quegli strumenti insomma che permettono di geolocalizzare un campo, tracciandone i confini e misurandone l'area. Queste app vengono utilizzate sia per la progettazione di nuovi impianti, sia per la pianificazione delle attività, per la rendicontazione o l'invio di suggerimenti agli agricoltori.
Nella stragrande maggioranza dei casi sono app che utilizzano il segnale Gps dello smartphone, che quindi ha un margine di errore di alcuni metri, ma qualcuno utilizza anche app dedicate che, collegandosi ad antenne RTK, permettono una mappatura centimetrica. Tra le app più comuni ci sono R3GIS, QField, FieldArea, SW Maps.
La terza categoria di app più utilizzate è quella per il riconoscimento automatico delle piante. Questi strumenti vengono utilizzati in campo per riconoscere specie non facilmente distinguibili a prima vista. Oppure, vengono utilizzati per analizzare foto inviate dagli agricoltori. Tra le app più usate ci sono PlantNet e Google Lens (integrata nell'app fotocamera di Android).
Agli agronomi piace il fai da te
Un altro aspetto che è emerso dalle interviste condotte tra gli agronomi è la tendenza, per i tecnici appartenenti a grandi gruppi, di svilupparsi le app in casa. Sono diversi infatti i consorzi, le cooperative, le Op, ma anche i servizi tecnici pubblici, ad aver sviluppato delle app in casa.
Il motivo è presto detto: i tecnici non hanno trovato disponibili sul mercato delle soluzioni che rispondessero pienamente alle loro richieste. E così chi produce pomodoro da industria avrà la sua app per eseguire rilievi, controllare la capannine meteo, pianificare le operazioni, diramare bollettini, eccetera. E lo stesso vale per chi produce mele, oppure frutta a guscio e così via.
Oltre alla possibilità di avere un prodotto cucito su misura, l'altro aspetto che piace è la tutela della privacy. Una app sviluppata in house, anche se appaltata esternamente, consente di avere il pieno controllo dei dati che sono registrati nei database. E sulla base dei quali, è auspicabile, possono essere fatte analisi approfondite.
Il digitale non decolla
Quello che è sorprendente è che un numero consistente di tecnici di campo non utilizza affatto app sviluppate appositamente per il mondo agricolo. Molti non ne sentono la necessità, mentre tanti altri consultano le informazioni dai browser. Navigano quindi per consultare le previsioni meteo, oppure per visionare i cataloghi di produttori di mezzi tecnici, eccetera.
Tra le app meno frequentemente citate dai tecnici ci sono quelle che riguardano la telemetria dei macchinari agricoli e per il calcolo dei volumi di acqua delle macchine irroratrici o per la taratura degli ugelli. Si tratta, d'altronde, di app più usate dagli agricoltori, che non dai tecnici. Nessuno, invece, utilizza modelli di intelligenza artificiale, come ChatGPT.
Per chi volesse avere maggiori informazioni sulle app disponibili questo sito statunitense ha recensito quarantadue app, ovviamente tutte in lingua inglese. All'interno del libro "Agricoltura digitale: innovazione e tecnologie per l'agricoltura sostenibile di oggi e di domani" (Pàtron Editore, curato da Ivano Valmori, ceo di Image Line® e direttore responsabile di AgroNotizie®, e Cristiano Spadoni, Project Development leader - Progetti Speciali e Csr di Image Line®), invece, è disponibile un elenco delle app più comuni in Italia.
Sei app fuori dagli schemi
Qui elenchiamo invece sei app insolite, che potrebbero stuzzicare la curiosità del lettore:
- L'app Slakes dello Soil Health Institute consente agli utenti di misurare facilmente e con precisione la stabilità degli aggregati umidi, un indicatore chiave della salute del suolo. L'app utilizza la fotocamera dello smartphone per scattare una foto di tre aggregati di suolo asciutto prima e dopo l'esposizione all'acqua. L'app calcola quindi automaticamente un valore di stabilità degli aggregati. Gli aggregati più deboli si sfalderanno più facilmente, mentre quelli più forti si sfalderanno meno, indicando una migliore qualità del suolo. Il software calcola quindi un valore, riferito ad un indice che va da 0.1 a 1, con valori più alti che rappresentano una maggiore stabilità degli aggregati.
- Con l'app Agerpoint Capture gli utenti possono creare gemelli digitali di piante, colture e alberi. L'app utilizza la fotocamera del cellulare per acquisire delle immagini che vengono poi elaborate dal software per ricreare un modello 3D del mondo circostante. Questi modelli 3D possono aiutare il tecnico a misurare e analizzare le misure spaziali delle colture, come l'altezza di un tronco, il suo diametro o l'estensione di una chioma. Per avere maggiori dati occorre scaricare le immagini ed elaborarle da Pc.
- Agrology ha lanciato Fire Map, un'app gratuita che consente ai coltivatori di monitorare incendi attivi entro un raggio di 20 miglia da qualsiasi luogo nel mondo. Fire Map di Agrology fornisce dati in 3D, consentendo agli utenti di ingrandire la mappa per vedere l'esatta posizione degli incendi e gli utenti possono selezionare fino a tre posizioni contemporaneamente.
- Automated FruitScout è un'app che sfrutta la sua tecnologia di visione artificiale per consentire ai coltivatori di determinare il numero di fiori o di frutti su una pianta, determinando anche con quale intensità è necessario procedere al diradamento dei fiori. L'app fornisce informazioni per arrivare a fine stagione con la pezzatura desiderata, ottimizzando quindi l'impiego di input.
- AgriSync consente ai tecnici di campo di gestire i propri clienti in maniera più semplice. L'app consente agli agricoltori di inviare una richiesta di aiuto al tecnico, che può collegarsi anche in video per assistere l'agricoltore. Il tempo speso a supporto viene conteggiato, così come l'esito dell'assistenza. In questo modo, a fine mese, l'agronomo sa quanto tempo ha speso per ogni suo cliente e qual è stato il livello di assistenza.
- BeCrop® è un'app sviluppata da Biome Makers e permette di avere un quadro della vitalità biologica del terreno. L'agricoltore deve usare un kit fornito dall'azienda per raccogliere campioni di suolo all'interno dei campi e inviare tali campioni per l'analisi. I risultati di tali analisi vengono poi visualizzati tramite l'app BeCrop®, che consente di avere accesso ad indici e suggerimenti su come migliorare il microbioma del terreno.
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