Si chiama Bpractices un gioco di parole che può intendersi come Best practices, le migliori pratiche, o Bee practices, pratiche apistiche, ed è un progetto di ricerca di durata triennale finanziato dall'Unione europea per individuare e diffondere le buone pratiche in apicoltura che permettano di migliorare la salute degli alveari e la qualità e la sicurezza dei prodotti apistici.

Il nome completo inglese infatti è Bpracticesnew indicators and on-farm practices to improve honeybee health in the Aethina tumida era in Europe, cioè nuovi indicatori e pratiche aziendali per migliorare la salute delle api da miele nell'era dell'Aethina tumida in Europa.

Il progetto infatti prende spunto dal problema della presenza e del contenimento di Aethina tumida, il piccolo coleottero che distrugge gli alveari, arrivato nel 2014 in Calabria, il progetto, partito un anno fa, ma ha tra i suoi obbiettivi alla gestione delle malattie dell'alveare nel suo complesso, per tutelare una specie, l'Apis mellifera, strategica per gli equilibri ambientali e l'impollinazione delle colture, ma sempre più in difficoltà, sia dal punto di vista biologico, che dal punto di vista zootecnico.

L'armonizzazione e la condivisione di buone pratiche gestionali tra ricercatori, istituzioni e apicoltori, sono visti come strumenti centrali per cercare di conoscere e prevenire la diffusione delle malattie dell'alveare e garantire la qualità delle produzioni.

Il progetto è gestito da un consorzio coordinato dall'Izs Lazio e Toscana nella persona del suo responsabile per il settore apicoltura Giovanni Formato. Un consorzio di cui fanno parte anche l'Izs delle Venezie, con il suo centro di referenza nazionale per l'apicoltura e altre realtà europee e extraeuropee, tra cui: l'università turca di Namik Kemal, l'Istituto sloveno di agraria, il Centro spagnolo per la ricerca apistica e agroambientale di Marchamalo, l'Agenzia per la salute e la sicurezza alimentare austriaca.

Collaborano inoltre al progetto la Federazione internazionale delle associazioni di apicoltori Apimondia, l'università di Genova, la Fao con la propria piattaforma Teca , l'Associazione europea di apicoltori professionisti Epba, il laboratorio di riferimento europeo per la salute delle api Sophia Antipolis Honey Bee Health laboratory in Francia ed il professor Ales Gregorc presso l'università del Mississippi, negli Stati Uniti.

Il progetto, nel concreto, si basa su due filoni di ricerca specifici: l'applicazione di tecniche biomolecolari innovative per la diagnosi precoce delle principali malattie delle api e la definizione di metodi di controllo sanitario alternativi, al fine di evitare l'applicazione di trattamenti chimici e garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti dell'allevamento.

I metodi in fase di studio verranno convalidati in laboratorio e campo.

Per quanto riguarda l'aspetto laboratoristico le analisi vengono effettuate dagli istituti partecipanti, con la supervisione del laboratorio europeo di riferimento per l'apicoltura dell'Anses, l'agenzia francese per il cibo, l'ambiente e la sicurezza e la salute sul lavoro.

Per la parte di campo, i ricercatori collaborano con gli apicoltori europei, coinvolti con la collaborazione di Apimondia, per valutare l'applicabilità e funzionalità delle analisi all'interno delle pratiche ordinarie di gestione dell'alveare.

Altro obiettivo del progetto è quello di coinvolgere anche i cittadini e i consumatori dei prodotti apistici attraverso un innovativo sistema di tracciabilità delle produzioni basato sulla tecnologia QRCode / RFID.
 
Lo schema del funzionamento dell'innovativo sistema di tracciabilità previsto dal progetto
Fonte foto: Izs Lazio Toscana

Grazie a questo sistema infatti, i consumatori potranno conoscere molti dettagli; dalla etichettatura del barattolo di miele che acquisteranno, inclusi aspetti relativi all'allevamento delle api ed alle analisi di laboratorio effettuate.

Venendo alla parte italiana, gli apicoltori che lo vorranno potranno partecipare a un questionario online sulla praticabilità delle buone pratiche e delle strategie individuate. Tale questionario sarà messo a punto insieme al gruppo "Teca beekeeping" della Fao.

Infatti, la novità di questo progetto è quella di individuare le buone pratiche di allevamento in apicoltura in un'ottica di condivisione tra ricercatori ed apicoltori. Tale condivisione ha il fine di individuare pratiche efficaci dal punto di vista scientifico e, al tempo stesso, fattibili nella pratica quotidiana di allevamento delle api.

Nell'ambito delle buone pratiche apistiche saranno comunque inclusi, in maniera inedita, i così detti 'indicatori preclinici', rappresentati da tecniche diagnostiche innovative impiegate su matrici dell'alveare fino ad oggi poco considerate, come detriti del fondo dell'alveare, il metodo dello zucchero a velo, etc., al fine di svelare precocemente la presenza di patogeni nell'alveare ed intervenire opportunamente su questi prima che la malattia divenga clinicamente evidente.

Il risultato finale, oltre al miglioramento dello stato di salute degli alveari, sarà anche quello di ridurre l'impiego di trattamenti chimici, ottenendo così prodotti dell'alveare più sicuri per i consumatori.

L'Izs Lazio e Toscana ha come compito principale quello di coordinare il progetto nell'insieme ed è il responsabile dei risultati che si otterranno dall'insieme delle attività.

L'Izs delle Venezie ha come compito principale quello di effettuare ricerche sociali per indagare le conoscenze e percezioni dei consumatori in relazione alle pratiche di apicoltura, e per valutare l'efficacia del sistema di tracciabilità previsto dal progetto, oltre al compito di divulgare e diffondere i risultati che verranno fuori da questo lavoro di ricerca.

Ulteriori approfondimenti sul progetto sono disponibili nel sito appositamente dedicato sul portale dell'Izs Lazio e Toscana