Sono Abruzzo, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna e Valle D'Aosta, finite nel mirino della Commissione europea che ha loro ascritto responsabilità per i ritardi nei tre anni dal 2005 al 2007.
La sentenza era arrivata nell'ottobre del 2011, contro la quale l'Italia aveva tentato ricorso davanti alla Corte di giustizia europea. Ma non c'è stato nulla da fare e il 2 dicembre del 2014 il ricorso è stato respinto.
La multa (in burocratese si chiama correzione finanziaria) è così diventata definitiva e quanto dovuto Bruxelles lo ha recuperato dalle erogazioni destinate all'Italia.
Multe a rate
Ora però il conto va presentato alle singole regioni che hanno responsabilità in questa vicenda.Una decisione già prevista da uno schema di decreto del Consiglio dei ministri nel settembre 2016 e rimasto sino ad ora nel “cassetto”.
Si era in attesa di stabilire i modi e i tempi per il recupero delle somme e solo in questi giorni lo schema di decreto è stato esaminato dal “Comitato tecnico di coordinamento in materia di agricoltura”.
Le amministrazioni coinvolte chiedevano una rateizzazione ventennale del dovuto. Richiesta accettata solo in parte, aprendo alla possibilità di una rateizzazione in dieci anni, con avvio dal 2018.
Per la decisione finale occorre attendere ancora qualche giorno. Una risposta definitiva arriverà a fine luglio, dopo le valutazioni delle Commissioni agricole e la Conferenza stato-regioni.
Chi paga
Potranno cambiare tempi e modi, ma l'entità delle multe non cambierà.A pagare saranno solo virtualmente le regioni, perché i soldi saranno presi dai Piani di sviluppo rurale 2014-2020 e dunque saranno risorse in meno per gli agricoltori.
E se si confermerà una rateizzazione decennale, gli agricoltori si vedranno sottratti soldi sino al 2027. Un po' di efficienza in più da parte delle amministrazioni coinvolte lo avrebbe evitato.