Il piano strategico per l'innovazione e la ricerca nel sistema agricolo e forestale, presentato dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, rappresenta un punto di partenza importante per il futuro dell'agricoltura italiana, ma è necessario che, ora, ai buoni propositi seguano i fatti”. È questo il commento di Assalzoo, l'Associazione nazionale tra i produttori di alimenti zootecnici, che rappresenta l'industria mangimistica italiana, che genera 7 miliardi di fatturato e occupa oltre 8.500 lavoratori senza considerare l'indotto.

"L'Italia, che ha avuto un passato illustre nella ricerca in agricoltura - si legge in una nota di Assalzoo -, ha improvvisamente invertito la tendenza e da oltre venti anni ha di fatto bloccato questa attività accumulando ritardi preoccupanti con ricadute reali sulla competitività dell'intero sistema agroalimentare italiano - dalla produzione primaria alle aziende di trasformazione - intaccando la capacità dei nostri operatori di concorrere sui mercati interni e internazionali, riducendo la soglia di autoapprovvigionamento alimentare del nostro Paese e gravando inevitabilmente anche sul portafogli dei consumatori".

 italiano, e auspica che il Piano presentato dal ministro Martina possa davvero ridare un impulso laico e scevro dai condizionamenti della politica a una attività di ricerca che consenta all'Italia di valorizzare uno dei settori più importanti dell'economia italiana e lo stesso made in Italy alimentare.

"Ci si augura che con il varo del Piano strategico per l'innovazione e la ricerca - continua la nota di Asalzoo - vengano accolte anche le richieste del mondo scientifico italiano, come il nuovo appello lanciato, in particolare, da 33 scienziati italiani che nei giorni scorsi hanno firmato una lettera inviata a La Stampa (La ricerca sulle piante Ogm nel Paese di Galileo Galilei – La Stampa 04.07.2014) perché venga avviata la ricerca pubblica nel campo delle biotecnologie in agricoltura, una sfida che anche il Cra - Centro di ricerca di eccellenza dello stesso Mipaaf - avrebbe tutte le competenze per portare avanti. In quella missiva alcuni dei più brillanti accademici italiani ribadiscono la sicurezza per i consumatori e per l'ambiente delle colture Ogm suffragata da 'oltre 15 anni di coltivazione e consumo di piante Ogm in oltre 25 Paesi' che allo stato della ricerca scientifica 'non hanno dimostrato rischi sostanziali per la salute dell'uomo e per l'ambiente'”.