Aumenta la produzione, tengono i consumi interni, cresce l'export e prosegue a pieno ritmo la lotta alla contraffazione e alle imitazioni. E' il quadro emerso all'Assemblea gnerale del Consorzio Grana Padano svoltasi a Desenzano del Garda, alla quale hanno preso parte anche Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Gianni Fava e Viviana Beccalossi, rispettivamente assessore all'Agricoltura e assessore al Territorio della Regione Lombardia.

Nicola Cesare Baldrighi, presidente del Consorzio, ha evidenziato come nel 2012 la produzione sia stata di 4.721.234 forme con un incremento dell'1,34% rispetto all'anno precedente. Una produzione che si è divisa per il 40% a favore delle industrie e per il 60% delle cooperative. Mantova con 29 caseifici ha garantito il 28,6% del totale annuo, seguita da Brescia (28 caseifici - 21,1% della produzione), Cremona (9 caseifici - 15,9% della produzione). E ancora il Veneto con 25 caseifici e il 18,2% della produzione e la provincia di Piacenza con 23 caseifici e l'11,7% della produzione.

"Nel 2012 rileviamo - ha spiegato Baldrighi -  un sensibile calo dell'1,5% dei consumi nazionali. Mediamente ogni famiglia italiana ha consumato 3,13 kg di Grana Padano. Un dato che indica una sostanziale tenuta anche rispetto alle altre tipologie di formaggi simili ai nostri. Un discorso diverso riguarda invece le esportazioni che fanno segnare un incremento del 7% pari a 1.427.000 forme, ovvero il 30% della produzione complessiva". La Germania con un +6,7% (per un totale di 328.847 forme) resta il primo Paese nel panorama internazionale seguita dagli Stati Uniti con 143.904 forme e +4% dell'export. Risultati importanti anche in Canada che fa segnare un +7,2% (64.504 forme) e in Australia + 7% (37.502 forme).

Vigilanza e controllo sono un altro tema importante dell'assemblea e il direttore generale del Consorzio Stefano Berni. "Il danno economico e d'immagine dovuto a 'falsi' e imitazioni raggiunge complessivamente un miliardo di euro annuo. Controlliamo tutti gli ambiti: dal preconfezionamento, alla commercializzazione, ai caseifici fino alle verifiche sui 'similari' in Italia e in tutta Europa per un totale di quasi 14.500 interventi con un costo che supera gli 8 milioni di euro complessivi. Chiediamo alle istituzioni della Comunità europea leggi che tutelino i prodotti 'ambasciatori' del made in Italy nel mondoDobbiamo pretendere che il consumatore venga informato dall’etichetta, - conclude Berni -  che non venga confuso dalla mescolanza tra questi prodotti e il nostro, con regole e disposizioni certe che provengano dalle Istituzioni, nazionali e comunitarie”.

Paolo De Castro ha sottolineato “l'importanza del principio della cosiddetta protezione ex officio". Viene infatti sancito il principio in base al quale gli Stati membri sono tenuti ad adottare le misure necessarie per prevenire o far cessare l’uso illecito delle Dop e delle Igp sul proprio territorio.
L'assessore lombardo all'Agricoltura, Gianni Fava intende inserire nella struttura dell’attuale assessorato regionale uno spazio dedicato all'agroalimentare: "Solo i prodotti d’eccellenza tengono il mercato e rappresentano una vera opportunità per l’economia”.
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio: "E' fondamentale tutelare le produzioni Dop italiane dall'attacco delle imitazioni e dei 'falsi'".