L’estensione dell’indicazione di origine degli alimenti al settore delle carni, sancita dal via libera dato dai 27 Stati membri all’accordo informale raggiunto la scorsa settimana da Parlamento, Consiglio e Commissione europea, è giudicata positivamente da Avitalia, Unione nazionale produttori avicunicoli, che dal 1999 ha intrapreso un percorso univoco verso la trasparenza e il trasferimento delle informazioni ai consumatori.

Un percorso che ha portato, nel pieno rispetto delle procedure europee, alla definizione di un decreto sull’etichettatura di origine su base volontaria delle carni di pollame, che finalmente trova rafforzamento e valorizzazione nella posizione dell’Unione europea.

“Il messaggio che i produttori italiani da sempre rivolgono al consumatore è quello della massima trasparenza - ha dichiarato il presidente di Avitalia Guido Sassi - Per questo non possiamo che essere soddisfatti della posizione presa a livello europeo, anche se la nostra soddisfazione sarebbe stata maggiore se il provvedimento avesse riguardato anche le carni di coniglio. Auspichiamo che in tempi brevi l’obbligo dell’origine possa essere esteso, oltre che alle carni di coniglio, anche ai prodotti avicoli e cunicoli trasformati”.

Con l’obbligo comunitario d’origine si potrebbe chiudere il lungo periodo di contenzioso tra le norme italiane e quelle europee. Al pari di quanto avviene per le carni bovine, l’origine obbligatoria per le carni di pollame consentirebbe di regolamentare attraverso un sistema volontario (disciplinari di etichettatura) solo le informazioni relative a tipologia di allevamento, alimentazione, razza, età di macellazione. Questo permetterebbe di ridurre i costi sostenuti dalle aziende che dal 2005 applicano un disciplinare di etichettatura Avitalia delle carni di pollame per fornire al consumatore informazioni tracciate e rintracciabili, spostando l’onere dei controlli relativi all’origine sull’autorità pubblica competente.