Eravamo ad ottobre dello scorso anno, in piena crisi dei mercati del latte in tutta Europa. Il Commissario Ue all’agricoltura era l’indimenticata Fischer Boel che doveva conciliare la mancanza di fondi con l’urgenza di dare risposte agli allevamenti in profondo rosso.
Fra le poche cose possibili venne deciso l’anticipo dei contributi Ue, l’apertura dell’ammasso dei formaggi, l’aumento degli “aiuti de minimis” da parte dei singoli Stati. E poi l’istituzione del “Gruppo di alto livello” al quale affidare il compito di studiare mezzi e misure per dare al settore del latte stabilità.
Ora che la crisi del latte sembra volgere alla fine ecco arrivare le conclusioni del lavoro di questo gruppo. Un documento di 52 pagine che il nuovo Commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos  ha dichiarato voler studiare in maniera approfondita per presentare entro la fine dell’anno proposte legislative.
Il mio principale obiettivo –ha detto Ciolos - è quello di proporre misure a medio e lungo termine che tengano conto degli insegnamenti tratti dalla crisi dell'anno scorso per strutturare meglio il settore nel suo insieme.

 

I sette punti

Sono sette i punti chiave sui quali si articola la relazione del gruppo di alto livello e al primo posto figurano i rapporti contrattuali fra allevatori e industrie lattiero casearie. Si vorrebbero definire linee guida per stabilire prezzo, volume, scadenze e durata delle consegne di latte. Un po’ quello che già avviene in Italia con gli accordi su base regionale. Per rendere più costruttivo il rapporto fra produttori e industrie di trasformazione si vorrebbe poi estendere al mondo del latte le esperienze maturate in campo ortofrutticolo con le organizzazioni interprofessionali. Al terzo posto figura la messa a punto di strumenti che consentano di monitorare prezzi e quantità dei prodotti caseari per ottenere una maggiore trasparenza nella filiera di approvvigionamento del latte. A proposito di mercati, il gruppo di alto livello si è anche preoccupato di evitare il ripetersi di fenomeni di alta volatilità del prezzo del latte (come durante la crisi dello scorso anno), eventualmente agevolando le operazioni a termine. Non poteva mancare un riferimento alle norme di commercializzazione e ai marchi di origine, verificando la fattibilità delle varie opzioni riguardanti l’indicazione dell’origine, argomento che è anche a centro in questi giorni delle attenzioni del legislatore europeo. Infine una maggiore attenzione nel campo della ricerca e dell’innovazione favorendo un miglior coordinamento fra programmi nazionali e programmi comunitari.

 

Le risposte

Critica la posizione di Copagri nei riguardi delle linee guida tracciate dal Gruppo di alto livello, che non darebbero sufficienti risposte in merito all'organizzazione di mercato. La Cia, al contrario, ha apprezzato il rafforzamento della capacità organizzativa e contrattuale degli allevatori che il documento propone. Per un giudizio definitivo sarà comunque necessario attendere che queste proposte vengano tradotte dal Commissario Ciolos in strumenti normativi. Cosa che dovrebbe avvenire, stando alla dichiarazione del Commissario, entro la fine dell'anno.