Le autorità sanitarie della provincia di Guizhou, in Cina meridionale, hanno ritirato dal mercato i prodotti di tre aziende casearie che contenevano elevati livelli di melamina, una sostanza chimica con cui si fabbricano plastica e cemento.

Nel 2008, il latte in polvere 'corretto' alla melamina, per alterarne il contenuto proteico, fu la causa di una massiccia intossicazione di neonati e causò la morte di sei bambini.

"Il fatto che a distanza di un anno dallo scandalo, sia di nuovo in vendita latte cinese alla melamina nei supermercati, dimostra che non è più rinviabile il via libera dell'Unione europea al decreto del ministero delle Politiche agricole sull'obbligo di indicare l'origine in etichetta per latte e derivati e sul divieto dell'uso delle polveri per la produzione di formaggi". Lo afferma la Coldiretti in riferimento alla scoperta da parte degli ispettori cinesi di latte contaminato prodotto nel 2009 ed in vendita sugli scaffali di un supermercato.

"Lo scorso anno - ricorda la Coldiretti - il latte alla melamina provocò l'intossicazione di 300 mila persone e la morte di sei bambini cinesi con un allarme che si è esteso rapidamente in tutto il mondo e che portò alla scoperta anche in Italia di latte proveniente dal gigante asiatico. Con la mobilitazione alle frontiere della Coldiretti è stata ottenuta la presentazione da parte del ministro Luca Zaia del decreto, ancora al vaglio dell'Unione europea, che obbliga a indicare l'origine del latte impiegato nel latte a lunga conservazione e in tutti i prodotti lattiero caseari, ma vieta anche l'impiego di polveri di caseina e caseinati nella produzione di formaggi".