La psicosi ingiustificata sui consumi di carne di maiale e derivati che si è diffusa in Italia e all'estero mette a rischio anche le esportazioni che valgono un miliardo di euro e che sono cresciute in valore del 7,6% nel 2008.
E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che sono importanti le assicurazioni del Comitato europeo per la salute degli animali, che riunisce i capi veterinari dell'Ue, che ha confermato che 'e' sicuro il consumo di carne suina e dei prodotti derivati in base all'evidenza scientifica'.
A fare definitivamente chiarezza su una paura ingiustificata erano già stati peraltro, continua la Coldiretti, gli esperti dell'Organizzazione mondiale della Sanita' (Oms) secondo i quali oltre alla carne di maiale anche il 'prosciutto è del tutto sicuro  e si puo' tranquillamente mangiare' poiché il virus della nuova influenza 'non ha una vita lunga' e considerando il  lungo periodo di maturazione che prodotti come il prosciutto o altri insaccati richiedono non e' ipotizzabile una trasmissione del virus.
L'esperienza delle crisi del passato, precisa la Coldiretti, ha dimostrato comunque che la trasparenza dell'informazione e la rintracciabilità in etichetta è il miglior modo per evitare la psicosi nei consumi che mette a rischio le oltre 5 mila stalle italiane che allevano quasi 13 milioni di suini (dei quali il 70 per cento destinati alle produzioni italiane a denominazione di origine) e alimentano una filiera che dà lavoro a oltre novantamila lavoratori (35 mila negli allevamenti, 25 mila nei macelli e nelle industrie di trasformazione e 30 mila nei trasporti ed altri servizi commerciali) e sviluppa al consumo un fatturato di circa 20 miliardi.
L’Italia è leader europea nei prodotti della salumeria con ben 28 riconoscimenti europei tra salami, pancette, soppressate  e prosciutti a denominazione di origine che garantisce la provenienza dagli allevamenti nazionali.
Vanno quindi adottate, chiede la Coldiretti, le misure già sperimentate con successo nel caso dell’influenza aviaria a partire dall’obbligo di indicare la provenienza sulle etichette della carne di maiale al pari di quanto è stato già fatto per quella di pollo e per quella bovina rispettivamente dopo le emergenze aviaria e mucca pazza.