E' positiva la decisione della Commissione Ue di mettere al bando tutti i prodotti per bambini contenenti latte cinese e di rafforzare i controlli sulle importazioni sugli altri alimenti importati dal gigante asiatico. E' quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che e misure adottate giustamente per affrontare l'emergenza devono tuttavia essere accompagnate da interventi strutturali per garantire la trasparenza dell'informazione e la rintracciabilità come l'obbligo di indicare in etichetta la provenienza di tutti gli alimenti per favorire i controlli, permettere l'immediato ritiro dal mercato dei prodotti eventualmente pericolosi e garantire così la sicurezza dei cittadini.
Le importazioni in Italia di prodotti agroalimentari dalla Cina hanno superato, sottolinea la Coldiretti, il valore di 260 milioni di euro e riguardano principalmente ortaggi e legumi (secchi, conservati o loro preparazioni) per un valore di 88 milioni di euro tra le quali spicca il concentrato di pomodoro (29 milioni), nel corso del primo semestre del 2008. Dal gigante asiatico, sottolinea la Coldiretti, arrivano anche pesci, crostacei e molluschi per 18 milioni, semi, sementi e piante medicinali per 14 milioni, frutta per 7 milioni, gomme, resine ed estratti vegetali per 6 milioni e aglio per un milione.
Lo scandalo del latte contaminato da melammina, precisa la Coldiretti, è solo l'ultima conferma della presenza di gravi difficoltà da parte del gigante asiatico di adeguarsi alle norme di sicurezza alimentare nel rispetto degli impegni assunti a livello internazionale. Il latte in polvere contaminato è dunque solo l'ultimo caso che getta un ombra sulla campagna di immagine sulla sicurezza avviata dal Governo cinese dopo la messa sotto accusa per i rischi alla salute di dentifrici, alimenti per animali domestici a causa della presenza irregolare di melamina tossica, anguille, pesce gatto, ma anche succhi e conserve con pericolosi additivi. Nel Paese asiatico si registrato un aumento del 27% delle morti per avvelenamento da cibo nel 2007, rispetto all'anno precedente e le autorità sono intervenute con il ritiro delle licenze per la produzione a centinaia di industrie alimentari per problemi legati alla sicurezza.
La Cina è peraltro il Paese che ha ricevuto dall'Unione europea il maggior numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, sulla base della Relazione sul sistema di allerta per alimenti e mangimi nel 2007. Su un totale di 2.933 notifiche ben 390, conclude la Coldiretti, sono state rivolte alla Cina per pericoli derivanti  dalle contaminazioni dovute sopratutto a  materiali a contatto con gli alimenti per la migrazione, non solo di metalli pesanti, ma anche di ammine aromatiche, ftalati ed adipati. Numerosi peraltro anche i casi di presenza di residui farmaci veterinari o di micotossine.